domenica 3 gennaio 2010

Buon Compleanno John Ronald Reuel Tolkien (3/01/1892)




La poesia dell'Anello

Tre Anelli ai Re degli Elfi sotto il cielo che risplende,
Sette ai Principi dei Nani nelle lor rocche di pietra,
Nove agli Uomini Mortali che la triste morte attende,
Uno per l'Oscuro Sire chiuso nella reggia tetra
Nella Terra di Mordor, dove l'Ombra nera scende.
Un Anello per domarli, Un Anello per trovarli,
Un Anello per ghermirli e nel buio incatenarli,
Nella Terra di Mordor, dove l'Ombra cupa scende.

«Fra i servi del Nemico che hanno nomi, il massimo era lo spirito che gli Eldar chiamavano Sauron, ovvero Gorthaur il Crudele, che in origine era dei Maiar di Aulë e che continuò ad avere grande parte nella tradizione di quel popolo.
In tutte le trame di Melkor, il Morgoth in Arda, in tutte le sue diramate opere e negli intrighi della sua malizia, Sauron aveva parte, ed era meno perfido del suo padrone solo in quanto a lungo aveva servito un altro anziché se stesso.
Ma in tardi anni si levò, simile ad ombra di Morgoth, e lo seguì passo passo, lungo il rovinoso sentiero che lo trasse giù nel Vuoto.»


Il Silmarillion, a cura di C. Tolkien e M. Respinti, traduzione di F. Saba Sardi


Nota:

L’opera tolkeniana, davvero monumentale nella sua sterminata produzione, riflette il gusto dotto e ricercato di questo straordinario professore dell’Università di Oxford, considerato uno dei più grandi studiosi di lingua anglosassone. Questa sua particolare predisposizione, fu anche filologo e linguista, lo rese uno straordinario glottoteta al punto che sulle sue lingue artificiali meticolosamente create, esistono ad oggi numerosi studi. La straordinaria fama dell’inglese si deve soprattutto alla celebre epopea de The Lord of Rings, che attraverso il cinema, la trilogia diretta da Peter Jackson, ha raggiunto il grande pubblico. Non si contano i riferimenti che quest’opera può vantare nella letteratura fantasy in generale, ma anche nella musica e nelle altre arti. Il nome dell’illustre autore inglese è stato spesso accostato ad un vulgata politica che ne ha voluto in qualche maniera esaltare alcuni aspetti. Proprio il lavoro di Elémire Zolla, che reinterpretò la saga tolkeniana in chiave neofascista, divenne un punto di riferimento per la nuova generazione di missini, che nel 1977, nell’ottica della Nuova Destra dell’intellettuale francese Alain De Benoist, ripreso in Italia da Marco Tarchi, fondarono i Campi Hobbit come luogo di aggregazione giovanile, che tante polemiche portò nel fronte missino dell’epoca. In realtà le posizioni politiche di Tolkien, vagamente rintracciabili nel vasto corpus delle sue lettere, sono improntate su un generale conservatorismo, e nella condanna più spietata di Hitler, Stalin, e soprattutto della guerra in generale.


«Nelle sue opere si intrecciano spesso citazioni colte a pure invenzioni, dando l’impressione però che gli elementi provengano tutti dalla stessa fonte: epica, mitologia e fiabe. Una delle opere che maggiormente ispirarono Tolkien fu il Beowulf, non solo in diversi parallelismi nella trama de The Hobbit, come per esempio il furto di una coppa dal tesoro del drago, ma anche in similitudini fra alcuni personaggi e situazioni ne The Lord of the Rings. Nelle parole di Hama, una delle guardie del palazzo di Theoden re di Rohan, riecheggiano quelle del guardacoste danese che accoglie Beowulf nei versi 287-88, e in tutta la terra di Rohan riscontriamo forti somiglianze con i costumi anglosassoni, nei nomi e nella lingua (a volte vero e proprio anglosassone), ma anche nelle descrizioni dell’abbigliamento bellico e dei fregi del palazzo.»


Federico Olivares, La tipologia dell’eroe ne “The Lord of Rings” di J.R.R. Tolkien, tesi di laurea

«Dall'Opera tutta di Tolkien emerge possente l'affermazione di una dei diritti fondamentali dell'uomo: il diritto a creare. "La fantasia Rimane un diritto umano – scrive l'autore – creiamo alla nostra misura e nel nostro modo derivativo perché siamo stati creati: e non soltanto creati, ma fatti a immagine e somiglianza del Creatore".»

Mario Polia

«Il Signore degli Anelli è fondamentalmente un'opera religiosa e cattolica; all'inizio non ne ero consapevole, lo sono diventato durante la correzione. Questo spiega perché non ho inserito, anzi ho tagliato, praticamente qualsiasi allusione a cose tipo la "religione", oppure culti e pratiche, nel mio mondo immaginario. Perché l'elemento religioso è radicato nella storia e nel simbolismo. Tuttavia detto così suona molto grossolano e più presuntuoso di quanto non sia in realtà. Perché a dir la verità io consciamente ho programmato molto poco: e dovrei essere sommamente grato per essere stato allevato (da quando avevo otto anni) in una fede che mi ha nutrito e mi ha insegnato tutto quel poco che so.»

(lettera al padre gesuita Robert Murray)
JRR Tolkien


(rrb)

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