martedì 5 gennaio 2010

Buon Compleanno Peppino Impastato (05/01/1948)


«Nubi di fiato rappreso
s'addensano sugli occhi
in uno stanco scorrere
di ombre e di ricordi:
una festa,
un frusciare di gonne,
uno sguardo,
due occhi di rugiada,
un sorriso,
un nome di donna:
Amore
Non
Ne
Avremo.»

«Oggi Peppino doveva tenere il suo primo comizio..ma non ci sarà nessun comizio...Peppino non c'è più…Peppino è morto...si è suicidato...Non sorprendetevi perchè le cose sono andate veramente così...lo dicono i carabinieri, lo dice il magistrato..hanno trovato un biglietto "Voglio abbandonare la vita e la politica", ecco, questa sarebbe la prova del suicidio...una dimostrazione...e lui per abbandonare la vita e la politica che cosa fa? Va in una ferrovia, comincia a sbattere la testa contro un sasso, comincia a sporcare di sangue tutto intorno, poi si fascia il corpo con il tritolo e salta in aria sui binari: suicidio. Come l'anarchico Pinelli che vola dalle finestre della questura di Milano, oppure come l'editore Feltrinelli che salta in aria sui tralicci dell'Enel, tutti suicidi. Questo leggerete domani sui giornali. Questo vedrete alla televisione. Anzi, non leggerete proprio niente. Perchè domani stampa e televisione daranno un caso importante: il ritrovamento a Roma dell'onorevole Aldo Moro, ammazzato come un cane dalle brigate rosse, e questa è una notizia che naturalm ente fa impallidire tutto il resto, ma chi se ne frega del piccolo sicliano di provincia? Chi se ne fotte di questo Peppino Impastato? Adesso fate una cosa: spegnetela questa radio, vltatevi pure dall'altra parte, tanto si sa come vanno a finire queste cose, si sa che niente può cambiare, voi avete dalla vostra la forza del buon senso, quella che non aveva Peppino. Domani ci saranno i funerali, voi non andateci. Lasciamolo solo. E diciamolo una volta per tutte, che noi siciliani la mafia la vogliamo, ma no perchè ci fa paura, perchè ci da sicurezza, pechè ci identifica, perchè ci piace...noi siamo la mafia, e tu Peppino non sei stato altro che un pvero illuso...tu sei stato un ingenuo, un nuddu mmiscatu ccu niente. »

«Fresco era il mattino
e odoroso di crisantemi.
Ricordo soltanto il suo viso
violaceo e fisso nel vuoto,
il singhiozzo della campana
e una voce amica:
"è andato in paradiso
a giocare con gli angeli,
tornerà presto
e giocherà a lungo con te".»

«Mio padre è solo un mafioso, uno dei tanti. Mio padre, la mia famiglia, il mio paese! Io voglio fottermene! Io voglio dire che la mafia è una montagna di merda! Io voglio urlare che mio padre è un leccaculo! Noi ci dobbiamo ribellare. Prima che sia troppo tardi! Prima di abituarci alle loro facce! Prima di non accorgerci più di niente!»

http://www.peppinoimpastato.com/poesiedipeppino.htm

Nota:
“è nato nella terra dei vespri e degli aranci, tra Cinisi e Palermo parlava alla sua radio, neglio occhi si leggeva la voglia di cambiare, la voglia di giustizia chelo portò a lottare, aveva un cognome ingombrante e rispettato, di certo in quell’ambiente da lui poco onorato, si sa dove si nasce ma non come si muore e non se un ideale ti porterà dolore”
I cento passi – Modena City Ramblers
Conduttore radiofonico, figlio di padre mafioso, Giuseppe Impastato venne assassinato dalla stessa cosca palermitana alla quale apparteneva la famiglia. Da giovane abbandona i genitori per aderire al partito socialista e denuciare, attraverso i programmi radio da lui stesso ideati, la mafia e i suoi precursori. I resti del suo corpo ricoperto di tritolo furono ritrovati sui binari la notte dell’8 Maggio 1978. Una lettera ritrovata dalla polizia in cui Peppino scriveva di voler abbandonare la vita e la politica, spinse la procura a pensare che si trattasse di suicidio. Solo nel 2006, la magistratura attribuì le cause della scomparsa di Peppino alla confraternita mafiosa di Gaetano Badalamenti, suo parente.
(mc)

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