lunedì 30 novembre 2009

Buon Compleanno Ippolito Nievo (30/11/1831)


«I soldati sono tante
Macchiette senza testa,
che al vociar del comandante
cambian viso, moto e pesta,
che in deposito ai forieri
dan le paghe ed i pensieri.

I soldati son composti
Di salsiccie e di pagnotte,
educati agli usi opposti
di camosci e di marmotte:
se il nemico non li scuoia
essi vivono di noia.

I soldati sempre addosso
Hanno i cani e le puttane:
queste spolpan fino all’osso,
rodon quei ciò che rimane:
il mestiere del soldato
è un martirio malpagato.

Oh, lo so che il fine è santo,
che la imbatte di qualche anno!
Ma, se stupidi frattanto
Si diventa, chi n’ha il danno?
Raccomando l’alma mia
A Giuseppe e a Maria.»

Esame di coscienza, Da Gli Amori Garibaldini. Taccuino.


« “Studiar il valore degli uomini e delle cose!... – pensava il giovane romito, vedendo fisarsi in lui dai profondi scaffali l’occhio vitreo e miscredente dei morti scrittori – converrebbe aver tra mano le anime non i libri!... pure anche il notomista cerca nei cadaveri la scienza della vita, e cosa sono i libri se non le reliquie degli spiriti?...” »

Da Il barone di Nicastro, I


«M’andarono svaporando dal capo i fumi della poesia; cominciai a sentir il peso de’ trent’anni che già stavano per piombarmi addosso, ed a fermarmi volentieri a tavola ed a dividere l’amore che sta nell’anima da quello che solletica il corpo. (…). Per me chi perde la gioventù della mente non può che scadere dallo stato umano a qualche altra più bassa condizione animalesca. La parte di ragione che ci differenzia dai bruti non è quella che calcola il proprio utile e procaccia i commodi e fugge la fatica, ma l’altra che appoggia i propri giudizi alle belle fantasie e alle grandi speranze dell’anima.
Anche il cane sa scegliere il miglior boccone, e scavarsi il letto nella paglia prima di accovacciarvisi; se questa è ragione, date dunque ai cani la patente di uomini di proposito.»


«Napoleone capitò a Milano e si pose in capo la Corona Ferrea dicendo: Dio me l’ha data, guaj a chi la tocca! – Io mi assettai povero privato nelle antiche cameruccie di Porta Romana dicendo a mia volta: Dio mi ha dato una coscienza, nessuno la comprerà! – Ora i nemici DI Napoleone trovarono ardimento e forza bastante a toccare e togliergli del capo quella fatale corona; ma né la California né l’Australia scavarono finora oro bastante per pagare la mia coscienza. – In quella circostanza io fui il più vero e il più forte. »

Da Confessioni di un italiano, XVIII


Nota:
Nella sua breve vita visse intense esperienze intellettuali, politiche e militari, con un’energica volontà di presenza nella vita pubblica. Nel corso degli anni Cinquanta i suoi molteplici scritti mostrano la ricerca di un modello positivo di comportamento morale e politico, e insieme un rifiuto nettissimo del Romanticismo languido e sentimentale che riscuoteva ancora grande successo.
Ma questa energica vitalità sembra nascondere il suo io più profondo, come a far tacere un malessere sotterraneo, una pericolosa indifferenza, un difficile rapporto con la realtà.
(Giulio Ferroni)

Buon Compleanno Maria Bellonci (30/11/1902)


«…io in solitudine sto evocando gli anni pieni o addirittura frenetici che mi sono toccati in sorte: potrei dire che il momento, nel suo donarsi, fa intravedere qualche battito di felicità, parola che gli uomini usano troppo per dichiarare un diritto che sono convinti d’essersi acquistati col nascere.
La felicità è invece propriamente un lampo istantaneo che chiama il calore fisico da ogni parte del nostro corpo e mentre sale al cervello sparisce. L’infelicità, invece, ha un irraggiamento più tenace nell’assalirci e nel durare, e si mostra in più modi anche analogici.»

«Chissà se siamo stolti o savi noi umani a rallegrarci di una vittoria piccola quando si preannunciano disastri maggiori.»

«Che cosa è il tempo, e perché deve considerarsi passato?»

Da Rinascimento privato


Nota:
Famosa col cognome del marito, si chiama in realtà Maria Villavecchia. Ed è dagli incontri di intellettuali e scrittori a casa Bellonci che nasce, nel 1947, il Premio Strega che, nel 1985 porta alla gloria proprio la padrona di casa con Rinascimento privato.
I suoi libri sono innanzitutto basati su una ricca e minuziosa ricerca storica, attraverso la consultazione dei documenti originali esistenti, a partire dai quali la Bellonci era abilissima nel ricostruire un ritratto vivido e credibile dei personaggi storici descritti. La sua opera acquistò così un preziosissimo valore divulgativo, portando al grande pubblico una versione umana e storicamente documentata, scevra delle numerose leggende accumulatesi nei secoli, di personaggi lontani nel tempo ma molto affascinanti, come i Borgia, gli Este, i Gonzaga, i Della Rovere, oppure Marco Polo, che fu anche oggetto di uno sceneggiato televisivo Rai curato da lei stessa.

domenica 29 novembre 2009

Buon Compleanno Carlo Levi (29/11/1902)

«Sono passati molti anni, pieni di guerra, e di quello che si usa chiamare la Storia. … Ma chiuso in una stanza, e in un mondo chiuso, mi è grato riandare con la memoria a quell’altro mondo, serrato nel dolore e negli usi, negato alla Storia e allo Stato, eternamente paziente; a quella mia terra senza conforto e dolcezza, dove il contadino vive, nella miseria e nella lontananza, la sua immobile civiltà, su un suolo arido, nella presenza della morte. — Noi non siamo cristiani, — essi dicono, — Cristo si è fermato a Eboli»

da Cristo si è fermato a Eboli



Arcadia, 1924, olio su tela

«I panettieri chiamano massa la pasta, che attende di essere divisa in parti uguali e di diventare pane nel forno; i fonditori, il metallo fuso, che aspetta di essere colato nel suo stampo; i fisici, quello che in un corpo non è forma, né grandezza, né qualità, a materialità indeterminata. La massa, che per ogni individuo è un non-io, inesistente e necessario, per ogni corpo fisico la non-qualità, origine negativa di ogni qualità, è, nel campo dei rapporti umani, un non-Stato, una informità, da cui sorge per contraddizione ogni organismo statale. E’ l’indeterminata materia umana, che è una, e perciò incapace di relazioni, ma che serba in sé, nella sua inesistenza, tutte le sue possibili future relazioni. La massa è il nulla, è il sonno, è l’anarchica unità; è l’immagine negativa dello Stato. Dalla sua infinita indifferenza sorge l’uomo e sorgono gli stati; ma ogni nascita, ogni nazione è una frattura della massa, una riduzione dell’ombra, che ne costituisce l’origine e il termine […] E’ massa tutto ciò che nel popolo non ha forza, e che tende oscuramente a separarsi, a scindersi, e nascere, come persona e come stato. Massa non è quindi il popolo, e neanche la sua parte più bassa, la plebe; né è una determinata classe sociale – ma è la folla indeterminata, che cerca, con l‘angoscia del muto, di esprimersi e di esistere. […] Dove i istituiscono rapporti umani, la massa finisce, e nasce l’uomo, e lo Stato. Ma dove la massa permane col suo peso vago e il suo mortale spavento, una religione protettrice e salvatrice sostituisce all’impossibile Stato un suo simbolo divino – e fa della stessa massa, inesistente e angosciosa un idolo che la nasconde e la rappresenta. La divinità della massa e quella dello Stato coincidono: i due idoli hanno lo stesso aspetto: la totalità. Il terrore della passività assoluta e indistinta, e il terrore della libertà, generano, da parti opposte, la stessa religione: lo Stato di massa.»

da Paura della libertà


«Una grande città è fatta di strati sovrapposti e contemporanei: se scavi, altro appare: ogni definizione pare fuggire, all’infinito. Dove fermarsi, in questa fuga del tempo? Conta di più la superficie, o quello che è oscuro? La Storia o i destini individuali? I personaggi, o la gente senza nome? I personaggi li ho incontrati, li conosciamo.
Ma la gente, le vie?»

da La doppia notte dei tigli


«Non ama Carlo chi non ama il fiume:
trasparendo si dona compiaciuto
di scorrere specchiando e assimilando
diverse ad ogni istante vaghe nuvole,
gli alberi delle rive nel fiorire
della vicenda di stagioni nuove
(mentre i nodi dell’acqua si disciolgono
i gabbiani si lasciano portare
dalla corrente a valle, poi risalgono
col moto uguale delle lunghe ali
discendono planando, lievi allargano
nell’aria a freno le penne, e si posano),
i volti di chi incontra, il lento andare
delle stelle più acute della notte.»

(Danilo Dolci su Carlo Levi)



Nota:
Si laureò in medicina ma, venendo da una famiglia agiata, non esercitò mai la professione, dedicandosi totalmente alla pittura e alla politica-letteratura. Collaborò con Pietro Gobetti alla redazione de “la rivoluzione liberale” e il suo impegno antifascista gli costò un arresto e un esilio temporaneo ad Agliano, in Lucania, esperienza che lo portò a scrivere il suo capolavoro: Cristo si è fermato a Eboli. Egli fu anche un grandissimo pittore ma questo aspetto della sua personalità venne in parte offuscato in relazione alla fama che gli procurò il libro.
Alla sua morte la sua salma venne trasportata ad Agliano, secondo le sue ultime volontà.

sabato 28 novembre 2009

Buon Compleanno Joe Dante (28/11/1946)






Nota:
Prima che regista Joe Dante, al pari di tanti altri grandi della scena cinematografica statunitense come Quentin Tarantino, è un cinefilo. L'aver digerito praticamente di tutto nella sua carriera di spettatore, dalla Disney agli horror, lo ha reso un regista eclettico, considerato buono allo stesso tempo per le famiglie, vedasi Gremlins (1984), per i patiti dell'orrore, L'ululato (1981), e per i fanatici della fantascienza, celebre il suo adattamento di Viaggio allucinante di Isaac Asimov in Salto nel buio (1987). Non ha neanche mancato il suo affondo nel sistema americano col delizioso La seconda guerra civile americana (1997). Tuttavia la sua opera probabilmente più significativa resterà Matinée (1993), una sorta di tributo che l'americano renderà al cinema di genere che l'aveva accompagnato nella sua adolescenza.

Buon Compleanno Alberto Moravia (28/11/1907)




«Volevo diventare assassino e forse sono diventato scrittore per poter raccontare quello che nella vita non avevo il coraggio di fare»
Vita di Moravia

«Ciò che distingue il poeta dagli altri mortali è il demone della poesia che, nei momenti creativi, gli sta accanto. Quanto a dire che a scrivere versi sono in due: il poeta e il suo demone. È dunque per questo che, nella vita normale, il poeta che circola tutto solo, senza il suo demone, può apparire ad un occhio poco penetrante un uomo come tutti gli altri. Ho detto “un occhio poco penetrante” apposta; perché chiunque sappia andare oltre l’apparenza non può fare a meno di scoprire nei poeti qualche cosa di anormale, che è appunto una specie di aura, un po’ simile a quella che si nota nei preti in abito civile, e di cui il lungo sodalizio col demone della poesia non può non circondarli. Ora l’originalità conturbante di Montale e di Eliot era che quest’aura non appariva affatto. Eppure la loro poesia era lì a testimoniare il diuturno commercio col demone»
Romildo

« In senso largo mi scontrai con il decadentismo […] Mi affezionai al letto e alla malattia»
Vita di Moravia

«Il sentimento della noia nasce in me da quello dell'assurdità di una realtà, come ho detto, insufficiente ossia incapace di persuadermi della propria effettiva esistenza»
La noia

Nota:
Iniziatore del romanzo borghese nella letteratura contemporanea, Moravia dipinge la crisi esistenziale e sociale della borghesia degli anni del fascismo e del dopoguerra, veicolando il tutto con le forme del realismo e una lucidità razionale fuori dal comune. La tubercolosi segna la sua infanzia e la sua adolescenza, periodo in cui scopre “il sesso” e “la classe”, topoi a cui è possibile ricondurre tutta la sua opera. La crisi del personaggio-uomo nei romanzi di Moravia infatti si esprime attraverso l'estraneità, il realismo critico, il moralismo empirico, il sesso e il denaro che mettono a nudo l'impossibilità di azione dell'uomo moderno. Scritto “di getto” (come si vantava lo stesso autore) Gli indifferenti del 1929 resta la sua opera migliore. Numerose sono le altre opere simili per struttura e temi al primo suo capolavoro (Agostino, La noia), senza dimenticare però la parentesi romana di stampo neorealista (La ciociara, La romana). Novello D'Annunzio, si crea una fittizia autobiografia letteraria (Vita di Moravia, scritto a quattro mani con Alain Elkann, ne è un esempio) e sfrutta ogni branca del marketing per nutrire il suo “essere personaggio” dai rotocalchi ai salotti televisivi. Accusato dalla critica di scrivere sempre lo stesso romanzo (a causa della ripetitività delle tematiche), il “grande vecchio della letteratura” continua imperterrito a scrivere rubriche e reportage. Scompare nel 1990, attraversando così tutto il XX secolo.

venerdì 27 novembre 2009

Buon Compleanno Pedro Salinas (27/11/1891)



«¡Sì, tutto con eccesso:
la luce, la vita, il mare!
Plurale tutto, plurale,
luci, vite, mari.
A crescere, ad aumentare
Da dozzine a centinaia,
da centinaia a migliaia
in una gioiosa
ripetizione senza fine,
del tuo amore, unità.
Tavole, piume e macchine,
tutto a moltiplicare,
carezza per carezza,
abbraccio per vulcano.
Bisogna stancare i numeri.
Che contino senza fermarsi,
che si ubriachino contando,
e che non sappiano
quale di loro sarà l’ultimo:
¡Oh vivere senza fine!
Che un mucchio di zeri
assalga le nostre gioie
che succedono, snelle,
e le porti in cima.
Che esplodano le cifre
Senza poter calcolare
Il tempo né i baci.
E all’altro lato
Di calcoli, di fatalità
Abbandoniamoci alla cieca
- ¡eccesso, che penultimo!-
a un gran fondo rischioso
che irresistibilmente
ci sta
cantando e urlando
fulgidi di futuro:
questo non è ancora niente.
Cercate bene, ce n’è ancora.»

La voce a te dovuta Versi 702 -739 (Traduzione a cura di Asterischi)

« Non ti vedo. So bene
che sei qui, dietro
una parete fragile
di mattoni e di calce, alla portata
della mia voce, se io ti chiamassi.
Ma non chiamerò. »

Da Presagi

Ah come vorrei essere
un'allegria fra tutte,
una sola, l'allegria
di cui ti rallegri tu!
(…)
Però non sono più di quello che sono.

Da Io non posso

Nota:
Salinas, appartenente alla generazione del 1927, usò la cultura letteraria per rendere più artefatta e sorvegliata la vena lirica, che deriva dalla tradizione amorosa di Garcilaso e di Bécquer. La sua è una poesia di confessione intima e misuratissima, un colloquio continuo e sottile con l'amata in un paesaggio consueto, quotidiano, cittadino.

giovedì 26 novembre 2009

Buon Compleanno Eugène Ionesco (26/11/1909)




« La Commedia Umana non mi assorbe abbastanza. Non appartengo interamente a questo mondo »
(Diario in frantumi)

«Il mondo è allo stesso tempo meraviglioso e atroce, un miracolo e l'inferno, e questi due sentimenti contraddittori, queste due verità evidenti, costituiscono lo sfondo della mia esistenza personale e della mia opera letteraria.»
(A proposito de La soif et la faim)

« quando ero a Chapelle-Anthenaise, mi trovavo fuori dal tempo, dunque in una specie di Paradiso. Intorno agli 11 anni [...] ho cominciato ad avere l'intuizione della fine [...]: ero nel tempo, nella fuga e nel finito. Il presente era scomparso, non ci sarebbe più stato per me altro che un passato e un domani, un domani sentito già come un passato [...]. la velocità non è solamente infernale, essa è l'inferno stesso, l'accelerazione nella caduta »
(Diario in frantumi)

«I temi della mia produzione preferisco chiamarli ossessioni o meglio angosce. Sono le angosce di tutti. E' su questa identità, su questa universalità che si fonda la possibilità dell'arte»

«La banalità è un sintomo di non comunicazione. Gli uomini si nascondono dietro ai loro cliché. »

Nota:
Il Principe dell'Assurdo, nasce in Romania ma si trasferisce a Parigi dopo appena un anno di vita, dove viene subito a contatto con gli orrori della guerra. Dopo il soggiorno nel piccolo villaggio di Chapelle-Anthenaise, paradiso che rimarrà una parentesi di luce nell'immaginario dello scrittore, ritorna in Romania, dove il padre lo obbliga a mettere da parte le sue aspirazioni da attore. Ma questo non lo ferma e nonostante l'incarico all'ambasciata romena presso il governo di Vichy comincia a fare pratica con la scrittura teatrale. Attento osservatore, guarda la realtà che lo circonda con gli occhi di un estraneo, di un diverso. La sua vita viene consacrata alla continua ricerca dell'assoluto. Assoluto che si nasconde dietro il vuoto, dietro il nulla. Con il suo occhio critico passa a scandagliare la realtà attraverso il mezzo espressivo che il teatro gli propone. Denuncia l'impossibilità di una comunicazione vera e profonda con La Cantatrice chauve, rappresentata per la prima volta l'11 Maggio 1950 presso il Théatre des Noctambules. il pubblico non capisce la genialità di un opera tanto diversa, che diventa una vera e propria tragedia del linguaggio. Intanto lui scrive saggi, pubblica articoli per difendere il suo modo di fare teatro in maniera anche piuttosto ossessiva. L'evoluzione tematica corrisponde anche alla crescita di un percorso personale dovuto agli eventi storici che non fanno che accentuare la percezione di questo vuoto incolmabile. Si scaglia contro l'alienazione, quella metafisica alienazione, accompagnata dall'incoscienza, che veicola i regimi totalitari (Rhinocéros), porta sulla scena il vuoto, il nulla assoluto (Les Chaises) fino al suo percorso spirituale denunciato in La soif et la faim. Negli ultimi anni della sua vita si consacra al genere romanzesco, lasciando come opera-testamento Le Solitaire (1973) dove il personaggio principale passa in rassegna tutta la sua vita, vuota e insignificante. Muore nel 1983, dopo anni di depressione, abbandonando quel mondo assurdo e inquietante che lo aveva ossessionato e affascinato.

mercoledì 25 novembre 2009

Il lato oscuro del compleanno - Augusto Pinochet - dittatore (25/11/1915)



Nome completo: Augusto José Ramón Pinochet Ugarte

Vittime: innumerevoli

Carriera: l'ultimo atto della sua carriera militare si consumò, ironicamente, proprio attraverso la nomina di Comandante in Capo dell'Esercito, il 23 agosto 1973, ad opera del presidente socialista cileno Salvador Allende. Proprio a lui, che sarebbe stato deposto l'11 settembre del 1973, Pinochet giurò una fedeltà che invece si tramutò in alto tradimento: fu infatti l'autore di uno spietato atto di crudeltà contro le istituzioni democratiche del suo paese. L'esito elettorale di un paese che aveva eletto un leader marxista maturo, ragionevole e profondamente amato dal popolo cileno, fu rapidamente capovolto dal generale Augusto Pinochet, aiutato dalla CIA targata Richard Nixon. Il periodo che ne seguì fu di terrore e morte per tutti coloro che avevano pubblicamente appoggiato Salvador Allende e difeso il suo governo dal golpe.

Conclusione: dopo la transizione cilena verso la democrazia Pinochet ebbe diverse vicissitudini giudiziarie ma riuscì a morire il 3 dicembre 2006 senza farsi mai processare. Tuttavia la storia e gli uomini mai dimenticheranno l'11 settembre cileno e le nefaste conseguenze su generazioni di cileni.

Una frase da ricordare: «Al generale Augusto Pinochet Ugarte e alla sua distinta sposa, Signora Lucia Hiriarte Rodriguez, in occasione delle loro nozze d'oro matrimoniali e come pegno di abbondanti grazie divine con grande piacere impartisco, così come ai loro figli e nipoti, una benedizione apostolica speciale.»

Giovanni Paolo II, citato da Orazio la Rocca Pinochet, auguri dal Papa su la Repubblica del 29/06/93

Buon Compleanno Lope de Vega (25/11/1562)


«Barrildo: Mi sembra che abbiate tratto molto profitto dagli studi.
Lionello: Ho cercato di imparare quello che più importa.
Barrildo: Da quando escono tanti libri per le stampe, non c'è nessuno che non presuma di saper tutto.
Lionello: È appunto per questo, a mio parere, si sa ancor meno, poiché l'eccesso di nozioni genera confusione e risolve in vana schiuma i tentativi di sapere, sicché persino chi è più avvezzo a leggere si sente confondere a vedere tante pagine stampate. Io certamente non nego che l'arte della stampa abbia permesso a mille ingegni di distinguersi dalla massa dei ciarloni, e che custodisce quasi in luogo sacro le sue opere, poesie al riparo dalle offese del tempo, il quale poi le distribuisce e le classifica. Questa invenzione si deve a Gutemberg, un famoso tedesco di Magonza, la cui fama supera ogni altro valore. Tuttavia molti che ebbero idee degne di considerazione, le persero proprio per aver dato alle stampe le loro opere, senza contare che molti stamparono sciocchezze dandosi arie di sapienti, mentre altri, vittime di bassa invidia, scrissero indegne insulsaggini e le mandarono in giro per il mondo, stampate, sotto il nome di coloro che essi odiavano.»

Da Fuenteovejuna


«Colui che è povero viene considerato scemo, ecco la verità! Il ricco è sempre un genio! Non c'è magagna di nascita, per grossa che sia, che il denaro non cancelli; né difetto naturale che la povertà non aumenti e non faccia spiccare con ogni evidenza. (Atto I, Scena Settima)»

«[...] l'esperienza e la storia insegnano che mille volte padri savi e dotti hanno generato figli idioti che li disonorano [...]. Analogamente, consta che da genitori tonti può benissimo nascere un genio, la fenice in persona! (Atto I, Scena Undicesima)»

«Adesso ditemi una cosa: se ogni mese c'è una luna nuova, quelle vecchie, fino a tanti anni prima, dove vanno a finire?... Non sapete rispondermi, eh? (Finea) (Atto III, Scena Nona)»

Da La ragazza sciocca


Nota:
Famoso per la sua ricchissima produzione e per aver abbracciato tutti i generi letterari, si distingue tuttavia per l’impronta indelebile che lascia nel mondo del teatro. Esso nasce dalla fusione di elementi popolari e dotti, tragici e comici, con una particolare attenzione alle esigenze del pubblico; le unità aristoteliche di tempo e di luogo vengono bandite e la commedia viene divisa in tre atti e non più in cinque.
«Da un'altra nube sbucò il gran Lope
poeta insigne che, in versi e in prosa,
nessuno supera e nemmeno uguaglia.» (Miguel de Cervantes)

martedì 24 novembre 2009

Buon compleanno Emir Kusturica (24/11/1954)






Nota:
Artista poliedrico, regista e musicista, fa subito centro col suo primo lungometraggio Ti ricordi di Dolly Bell (1981) aggiudicandosi il Leone d'Oro a Venezia, proprio in quell'Italia che considera quasi come una seconda casa per i suoi amori cinematografici e per Federico Fellini in particolare. Anche Papà è in viaggio d'affari sarà premiato, stavolta con la Palma d'oro, ma saranno Il Tempo dei Gitani (1989), Arizona Dream (1993), il primo film "americano", e Underground (1995) che spiegheranno le sue doti di talento visionario. Soprattutto quest'ultima pellicola, che gli fece vincere un'altra Palma d'oro a Cannes, è uno splendido ed ironico ritratto della Jugoslavia che passa dalla Seconda Guerra Mondiale alla morte di Tito fino all'arrivo delle truppe dell'ONU. Il suo stretto rapporto con la musica, ha fatto parte della No Smoking Orchestra fondata nel 1980, l'ha portato ad una stretta collaborazione col musicista bosniaco Goran Bregović, che è stato autore delle sue colonne sonore.

lunedì 23 novembre 2009

Il lato oscuro del compleanno - Billy the Kid - fuorilegge (23/11/1859)




Nome: Henry McCarty, Henry Antrim, William Harrison Bonney

Vittime: 21, un uomo per ogni anno di vita

Rituale: la vita di Billy the Kid è legata in larga parte alla leggenda della sua esistenza che fu costruita ad arte da Pat Garret, L'autentica vita di Billy, the Kid. Si narra che uccise 21 uomini, tanti quanti erano i suoi anni di vita.

Curiosità: indossava un grosso sombrero con una fascia decorativa verde. Ancora oggi esistono dispute tra gli studiosi che mettono in discussione la sua effettiva uccisione nel 1881 per mano di Garrett.

Filmografia: diverse pellicole sono state girate sulla vita di Billy the Kid tra cui possiamo menzionare
I due volti della vendetta (1961), di e con Marlon Brando
Pat Garrett & Billy the Kid (1973), di Sam Peckinpah, celebre la colonna sonora di Bob Dylan
Young Guns - Giovani pistole (1988), di Christopher Cain, con Emilio Estevez
La vera storia di Billy the Kid (1989), di Gore Vidal con Val Kilmer
Young Guns II - La leggenda di Billy the Kid (1990), di Geoff Murphy, con Emilio Estevez

Buon Compleanno Boris Karloff (23/11/1887)






Nota:
Frankenstein (1932) di James Whale e La Mummia (1932) di Karl Freund accompagnarono Boris Karloff, britannico attore di teatro, all'ingresso principale del cinema americano. Le sue mostruose interpretazioni fecero in modo che si costruisse una filmografia quasi interamente dedita ai film dell'orrore. Fu celebre in quegli anni il suo rapporto di amore/odio, forse un tantino romanzato nel corso della storia del cinema, con Bela Lugosi, l'altro mostro sacro del cinema dell'orrore. Fu interprete in diverse occasioni per Roger Corman, regista celebre, tra le altre cose, per le riduzioni cinematografiche dei lavori di Edgar A. Poe, tra cui La vergine di cera (1963) con un giovanissimo Jack Nicholson. Lavorò anche con Mario Bava, I tre volti della paura (1963), e chiuse la sua brillante carriera, non esclusivamente costituita da film horror, con Black Horror - Le messe nere (1968) di Vernon Sewell, liberamente ispirato a La casa delle streghe di Howard P. Lovecraft.

domenica 22 novembre 2009

Buon Compleanno Marjane Satrapi (22/11/1969)









L'azzurro del cielo non è lo stesso dappertutto e il sole non splende ovunque allo stesso modo.




Nota:
Marjane Satrapi è iraniana ma vive in Europa dagli anni '80. Dopo aver vissuto gli anni della caduta dello Scià e della rivoluzione khomeinista in Iran ha sperato in un progressivo miglioramento dei diritti umani, ma è stata rapidamente disillusa. Anche il sogno della famiglia di Marjane svanì presto vivendo sotto la repubblica teocratica che aveva cambiato l'ordine politico del sistema ma non aveva introdotto sostanziali cambiamenti alla vita iraniana. Così la Satrapi, appena quattordicenne, viene mandata dai genitori a Vienna e poi da lì, dopo un breve ritorno in Iran, il definitivo trasferimento a Parigi. Salita agli onori della cronaca per Persepolis, la sua autobiografia a fumetti sull'Iran e sul viaggio in Europa da cui è stato anche tratto l'omonimo di film d'animazione di Vincent Paronnaud, adesso lavora come disegnatrice e illustratrice.

sabato 21 novembre 2009

Buon Compleanno Björk (21/11/1965)




“Per me cantare è sempre stato qualcosa di puro, il mio modo di dialogare con le cose. Mi è sempre piaciuto cantare nel vento, sotto la pioggia, in una tormenta di neve, su un torrente di lava... Io contro gli elementi”




Nota:
Folletto, principessa dei ghiacci, elfo, cartone animato, eroina da videogioco, sono alcuni tra gli appellativi che sono stati affibbiati a Bjork ("betulla", in islandese). A undici anni già compone il suo primo album di canzoni pop demenziali che in Islanda vende settemila copie, diventando "Disco di platino". Poi la militanza precoce in una serie di gruppi punk: a 13 anni suona negli Exodus, a 14 nei Tappi Tikarrass, a 18 nei Kukl; quindi, nel 1987, fonda i Sugarcubes insieme a Thòr Eldon (suo ex-marito e padre del figlio Sindri), poi Gling-Glo, una raccolta di classici islandesi, e nel 1993 finalmente arriva Debut e il successo internazionale. Con Debut Bjork riesce a coniare un nuovo linguaggio pop-elettronico alternativo che presto appassiona milioni di ascoltatori in tutto il mondo. Techno, dance, pop, trip-hop, house, punk, industrial, funk, soul-jazz, musica etnica, rock elettronico; Bjork è la perfetta fusione di una miriadi di generi e grazie a ciò raccoglie un pubblico sempre più vasto di fans. Gli album Post (1995) e Homogenic (1997) la consacrano regina dell'elettronica pop e nel 2000 Lars Von Trier la sceglie come attrice protagonista e compositrice della colonna sonora per il suo film "Dancer In The Dark". La sua interpretazione di Selma in una favola nera (cui è andato anche il premio per il miglior film) a metà tra musical e melodramma che fa a pezzi il "sogno americano" ha stregato i giurati del Festival di Cannes che gli hanno dato la palma d'oro come miglior attrice. Il film mostra un'artista versatile in grado di cantare e recitare in modo superbo ed è l'ennesima consacrazione di quella che ormai è un mito.
Ma non c'è un futuro da attrice per Bjork: "La mia unica ambizione - spiega - è la musica. Solo nel mio studio di registrazione mi sento nel mio mondo, vivo i miei sogni, canto e sono me stessa". Gli album solisti che usciranno sotto il suo nome non raggiungeranno più le vette dei primi lavori che l'hanno resa famosa; resta tuttavia la bellezza di una voce stupenda che sembra portata dai gelidi venti nordici impiantata su dei profondi e cupi bit elettronici. La musica di Bjok è tanto innovativa quanto ammaliante, un mix perfetto di bellezza e tecnologia. Sfuggente a qualsiasi classificazione, la miscela di battiti oscuri e tastiere elettroniche, campionature e sinfonie d'archi su cui si innesta una voce unica, capace di passare da urla sfrenate e rantoli agonizzanti a gorgheggi sensuali stile Broadway, è il prodotto di quella che unanimemente è stata riconosciuta come una delle migliori artiste contemporanee.

Buon Compleanno René Magritte (21/11/1898)

«Non dipingo: utilizzo oggetti che hanno l'apparenza di quadri, perché il caso ha fatto sì che questa forma espressiva convenisse meglio ai miei sensi.»

Da Intervista a cura di Maurice Bots, 2 luglio 1951




René Magritte, L'Ile au Trésor


«Ciò che è importante, nella mia pittura, è ciò che essa mostra. Io ritengo essenziale scoprire come mai il mondo possa interessarci profondamente. Ora, il mondo ci interessa profondamente in conseguenza del suo mistero.»

Da Intervista rilasciata a Pierre Dubois in E.Crispolti, Prefazione a René Magritte, Tutti gli scritti di André Blavier




La Clef de champs 1936



La pipa raffigurata nel quadro è lo stesso Magritte che scrive non è una pipa e del resto, possiamo forse caricarla di tabacco? Fosse una pipa, potremmo!



L'usage de la parole, 1928-29



Nota:
Magritte è l’artista surrealista che, più di ogni altro, gioca con gli spostamenti del senso, utilizzando sia gli accostamenti inconsueti, sia le deformazioni irreali. Detto anche "le saboteur tranquille" per la sua capacità di insinuare dubbi sul reale attraverso la rappresentazione del reale stesso, non avvicina il reale per interpretarlo, né per ritrarlo, ma per mostrarne il Mistero in-definibile. Intenzione del suo lavoro è alludere al Tutto come Mistero e non definirlo. Dicotomia, distonia tra apparenza e concreto essere, saper visionare un oggetto e percepirne l’intima essenza superando l’interpretazione dovuta agli schemi mentali ai quali siamo abituati.

venerdì 20 novembre 2009

Buon Compleanno Nadine Gordimer (20/11/1923)


« C’era cameratismo, il vero senso della fratellanza, come lui lo chiamava, “ma poi d’improvviso capitava di odiare qualcuno, veniva voglia di mettergli le mani alla gola, e tutto per niente, magari per un pezzo di corda per legarsi le scarpe… Una volta era scoppiata una rissa nelle docce per decidere a chi toccava! Ed eravamo le stesse due persone che facevamo insieme lo sciopero della fame, che avrebbero fatto qualsiasi cosa l’una per l’altra… non riesco a credere che fossi proprio io.»

Da Nessuno al mio fianco, 1994



«Gli uomini e le donne intorno a me avevano bevuto poco, né c’era quel contorno di cibo e di agi che la gente fra cui avevo vissuto considerava indispensabile per crearsi un clima di festa; eppure questo clima c’era, spontaneamente. La loro gioia era qualcosa di meraviglioso e di formidabile, un’arma che io non avevo.

Compresi per la prima volta il timore e lo smarrimento che possono celarsi sotto una pelle bianca. Suppongo che quello rappresentasse per me, come per tanti altri, un punto d’arrivo senza ritorno: giunti al quale, o si odia ciò che non si ha o se ne è affascinati.

Quando i negri avranno perduto questa esuberanza o l’avranno affogata, come aspirano a fare, nella dilagante corruzione del nostro mondo, scompariranno sia l’odio che il fascino che suscitano e noi diventeremo altrettanto indifferenti per loro quanto lo siamo tra noi bianchi.»

Da Un mondo di stranieri, 1993


Nota:
Nata nel Sudafrica da genitori ebrei, comincia a scrivere molto giovane, focalizzando la sua attenzione sulle patologie di una società divisa dall’apartheid. Premio Nobel per la letteratura nel 1991, è sempre stata impegnata nel dibattito politico e sociale del suo paese, difendendo l’autonomia dello scrittore, il suo diritto/dovere di scrivere opere capaci di andare ben al di là dei fatti contemporanei.

giovedì 19 novembre 2009

Buon Compleanno Zygmunt Bauman (19/11/1925)




«Le opposizioni consentono l’azione e la conoscenza; gli indecidibili paralizzano. Portano dentro ciò che sta fuori e avvelenano il conforto dell’ordine con il sospetto del caos. Questo è esattamente ciò che fanno gli stranieri.»

Modernity and ambivalence

«Potrebbero essere chiamate comunità guardaroba, quelle comunità che prendono corpo, anche se solo in apparenza, quando si appendono in guardaroba i problemi individuali, come i cappotti e i giacconi quando si va a teatro. L’occasione può essere fornita da qualsiasi evento scioccante o superpubblicizzato: un’eccitante partita di calcio, un crimine ingegnoso o efferato, o un matrimonio o un divorzio… le comunità guardaroba vengono messe insieme alla bell’e meglio per la durata dello spettacolo e prontamente smantellate non appena gli spettatori vanno a riprendersi i cappotti appesi in guardaroba.»

Benedetto Vecchi intervista Zygmunt Bauman

Nota:
«Al pellegrino, metafora della strategia di vita della modernità, volta alla costruzione ed al mantenimento di un’identità solida e stabile, Bauman contrappone la figura del turista, incapace di resistere alle sfavillanti attrazioni del mondo globale. Il meccanismo consumistico, un tempo veicolato dal bisogno, e successivamente sostenuto dal desiderio, attualmente, secondo Bauman, è alimentato da qualcosa di ulteriormente effimero e scarsamente durevole: il capriccio. Alla vulnerabilità e precarietà del processo di costruzione e mantenimento dell’identità del soggetto della modernità liquida, ormai privato di qualsiasi punto di riferimento stabile ed univoco, Bauman associa la necessità di cercare delle grucce su cui appendere le proprie paure ed ansie.»

AA. VV. Identità e appartenenza nella società della globalizzazione

mercoledì 18 novembre 2009

Buon Compleanno Pierre Bayle (18/11/1647)




«È una pura illusione pretendere che un'opinione che si tramanda di secolo in secolo e di generazione in generazione non possa essere mai del tutto falsa. Un esame, per quanto superficiale, delle cause che stanno a fondamento di certe opinioni e dei motivi che le perpetuano di padre in figlio, rivelerà che una simile pretesa non trova alcun appoggio nella ragione.»

Da Pensieri sulla cometa (1682)


«Tutti quelli che conoscono i doveri dello storico sono d’accordo che uno storico che vuol compiere fedelmente le sue funzioni deve spogliarsi dello spirito di lusinga e dello spirito di maldicenza e mettersi il più possibile nello stato di uno stoico che non è agitato da alcuna passione. Insensibile a tutto il resto, deve essere attento solo agli interessi della verità e deve sacrificare a questa il risentimento di un’ingiuria, il ricordo di un beneficio e l’amore stesso per la patria. Deve dimenticare che è di un certo paese, che è stato allevato in una certa comunità, che deve la sua fortuna a questo e a quello, e che questi e quegli altri sono i suoi parenti o i suoi amici. Uno storico in quanto tale è, come Melchisedec, senza padre, senza madre, senza genealogia. Se gli si domanda: di dove sei? bisogna che risponda: non sono né francese né inglese né tedesco né spagnolo ecc., sono abitante del mondo. Non sono né al servizio dell’imperatore né al servizio del re di Francia, ma solo al servizio della verità. È la mia sola regina, e solo ad essa ho prestato il giuramento di obbedienza… Tutto ciò che lo storico dà all’amore della patria lo toglie agli attributi della storia, e diviene un cattivo storico a misura che si dimostra un buon suddito.»

Da Dizionario storico e critico (1697)


Nota:
Il passaggio dal razionalismo seicentesco a quello illuministico trova espressione in Francia nel pensiero di Pierre Bayle (1647-1706). In lui convergono infatti le due più importanti istanze del razionalismo francese del Seicento, l' ideale cartesiano di un sapere fondato sull' evidenza e le tendenze scettiche del pensiero libertino.
Nato da una famiglia protestante, svolse un’intensa attività pubblicistica con lettere ed opuscoli su svariati argomenti, difendendo soprattutto la tolleranza religiosa e la libertà di pensiero. Si distingue inoltre per la presa di posizione contro il valore della tradizione come criterio o garanzia di verità.

martedì 17 novembre 2009

Buon Compleanno August Sander (17/11/1876)


werkstudenten-koln-1926


Notary, 1924



Pastry Chef, 1928




Nota:
Nei primi anni '20 Sander si unì al "Gruppo degli Artisti Progressivi" di Colonia e cominciò a pianificare un catalogo della società contemporanea attraverso una serie di ritratti.Sotto il regime nazista, il suo lavoro e la sua vita personale furono pesantemente limitati. Suo figlio Erich, che era un membro del partito di sinistra Socialist Workers' Party (SAP), fu arrestato nel 1934 e condannato a 10 anni di prigione, dove morì nel 1944, poco prima della fine della sua condanna. Il libro di Sander Face of our Time fu sequestrato nel 1936 e le lastre furono distrutte. Durante il decennio successivo il lavoro di Sander fu rivolto primariamente alla natura e alla fotografia di paesaggio. Quando esplose la seconda guerra mondiale lasciò Colonia e si trasferì in campagna, permettendo così di salvare la maggior parte dei suoi negativi. Il suo studio fu distrutto nel 1944 durante un bombardamento.Il lavoro di Sander comprende paesaggi, natura, foto di architettura e street photography, ma è famoso soprattutto per i suoi ritratti, come esemplificati dalla serie Uomini del Ventesimo Secolo. In questa serie egli cerca di offrire un catalogo della società tedesca durante la Repubblica di Weimar. La serie è divisa in sette sezioni: i Contadini, i Commercianti, le Donne, Classi e Professioni, gli Artisti, le Città e gli Ultimi (homeless, veterani, ecc.).

lunedì 16 novembre 2009

Buon Compleanno José Saramago (16/11/1922)


«La coscienza morale, che tanti dissennati hanno offeso e molti di più rinnegato, esiste ed è esistita sempre, non è un’invenzione dei filosofi del Quaternario, quando l’anima non era ancora che un progetto confuso. Con l’andar del tempo, più le attività di convivenza e gli scambi genetici, abbiamo finito col ficcare la coscienza nel colore del sangue e nel sale delle lacrime, e, come se non bastasse, degli occhi abbiamo fatto una sorta di specchi rivolti all’interno, con il risultato che, spesso, ci mostrano senza riserva ciò che stavamo cercando di negare con la bocca.»


«….ma è pur certo, se può servirle da consolazione, che se prima di ogni nostro atto ci mettessimo a prevederne tutte le conseguenze, a considerarle seriamente, anzitutto quelle immediate, poi le probabili, poi le possibili, poi le immaginabili, non arriveremmo neanche a muoverci dal punto in cui ci avrebbe fatto fermare il primo pensiero. I buoni e i cattivi risultati delle nostre parole e delle nostre azioni si vanno distribuendo, presumibilmente in modo alquanto uniforme ed equilibrato, in tutti i giorni del futuro, compresi quelli, infiniti, in cui non saremo più qui per poterlo confermare, per congratularci o chiedere perdono.»


«…è morta, semplicemente, non importa di che cosa, domandare di cosa sia morto qualcuno è stupido, col tempo la causa si dimentica, soltanto due parole restano, È morta…»


«Chi morirà è già morto e non lo sa, Che dobbiamo morire, lo sappiamo fin da quando nasciamo, Perciò, in un certo senso, è come se già fossimo nati morti...»

Da Cecità



«Nello sforzo di nascere c’è già tutto il finale,
nella rabbia di crescere si insiste a continuare,
nella prova di vivere inacerbisce il sale,
nello scavo d’amore si suda e si strasuda.
Rimedio, sol la morte: buon segnale.»

Programma, Da Poesie




«Quello che si sta verificando è, sotto ogni aspetto, un crimine contro l’umanità e da questa prospettiva deve essere analizzato nei dibattiti pubblici e nelle coscienze. Non è un’esagerazione. Crimini contro l’umanità non sono soltanto i genocidi, gli etnocidi, i campi della morte, le torture, gli omicidi collettivi, le carestie indotte deliberatamente, le contaminazioni di massa, le umiliazioni come modalità repressiva dell’identità delle vittime. Crimine contro l’umanità è anche quello che i poteri finanziari ed economici, con la complicità esplicita o tacita dei governi, freddamente perpetrano ai danni di milioni di persone in tutto il mondo, minacciate di perdere ciò che resta loro, la loro casa e i loro risparmi, dopo aver già perso l’unica e tante volte già magra fonte di reddito, il loro lavoro.»

Da No alla disoccupazione, Il quaderno di Saramago
http://quadernodisaramago.wordpress.com/


Nota:
Una delle figure più importanti ancora in vita, grande scrittore e pensatore, attento alle problematiche contemporanee.

« “Io cosa sono se non uno scrittore Portoghese? Scrivo in portoghese, penso in portoghese, sento in portoghese. Le traduzioni non mi hanno trasformato in cosmopolita..” Ha quindi ringraziato “tutti i traduttori, validi interpreti del mio pensiero” e così sintetizzato la sua poetica: “L'importante è non credere all'apparenza delle cose. Chi è da tutte le parti non è da nessuna parte.” »

Da I commenti di Jose' Saramago al Nobel http://www.comitatomst.it/saramago.htm

Saramago ha aperto un blog dove scrive costantemente e mantiene il contatto diretto con i suoi lettori. Dalle sue pagine ha anche contestato Berlusconi per la sua politica in Italia. In seguito a tale articolo, la casa editrice Einaudi (Gruppo Mondadori) ha annunciato che non pubblicherà la raccolta dei suoi scritti sul blog denominata Il quaderno, la quale invece sarà edita in Italia da Bollati Boringhieri.

Buon Compleanno Robert Nozick (16/11/1938)


«Possiamo distinguere due tipi di spiegazione per la quota relativamente alta di intellettuali che si oppongono al capitalismo. Un tipo rintraccia un fattore unico per spiegare l'anticapitalismo degli intellettuali. Il secondo tipo di spiegazione identifica un fattore applicabile a tutti gli intellettuali, una forza che li spinge verso visioni anticapitalistiche. Se un qualsiasi intellettuale viene spinto all'anticapitalismo dipenderà dalle altre forze che agiscono su di lui. Nel complesso si rende l'anticapitalismo più piacevole per ogni intellettuale, un fattore che maniente una più larga proporzione di intellettuali anticapitalisti.»

Why do intellectuals oppose capitalism? (traduzione a cura della redazione di Asterischi)


«Leggendo e rileggendo queste pagine di Robert Nozick possiamo sentire che la sua filosofia ci accompagna, con intelligenza luminosa, sensibilità e amicizia, nella nostra vita esaminata.»

Salvatore Veca




Nota:
Robert Nozick è stato un filosofo statunitense e docente presso l'Università di Harvard. Il suo volume Anarchia Stato e Utopia ha rappresentato per generazioni di studenti un punto fermo nella storia della filosofia politica contemporanea. Celebre la sua definizione di Stato minimo, contrapposta all'idea di Stato Sociale, che ne attestava e limitava rigorosamente le funzioni: la tutela di pochi diritti essenziali, massima iniziativa dei singoli e quindi eguaglianza formale e non sostanziale. Grande oppositore delle teorie dell'egualitarismo democratico trovò in John Rawls degno avversario e proprio Anarchia, stato ed utopia fu una risposta libertaria alla Teoria della Giustizia di quest'ultimo.

domenica 15 novembre 2009

Buon Compleanno James Graham Ballard (15/11/1930)


«(logico. Quale malattia ha una prognosi più ineluttabile della vita stessa? Ogni mattina una persona dovrebbe dire ai suoi amici più cari: “mi rammarico per la tua morte irrevocabile”, come si dice a chiunque soffra di un male incurabile; non era proprio l’omissione universale di questo minimo gesto di simpatia e di comprensione a fornire il modello per l’innata riluttanza a discutere apertamente dei propri sogni?)»

Estratto da Il mondo sommerso

«I maggiori sviluppi dell’immediato futuro avranno luogo sulla Luna o su Marte, ma sulla Terra ed è lo spazio interno, non quello esterno che va esplorato. L’unico pianeta veramente alieno è la Terra. In passato la fantascienza ha inclinato verso le scienze fisiche (astronautica, elettronica, cibernetica) ma adesso l’accento dovrebbe spostarsi sulle scienze biologiche. La precisione, ultimo rifugio di chi non ha immaginazione, è l’ultima cosa di cui preoccuparsi. Quello che ci serve non sono fatti scientifici, ma più fantascienza, e l’introduzione sulle pagine delle riviste dei cosiddetti articoli scientifici è solo un tentativo di far sembrare più eleganti i vecchi costumi di Buck Rogers… Vorrei vedere più idee psicoletterarie, più concetti metabiologici e metachimici, più sistemi temporali individuali, più psicologie e spazi-temi sintetici, più semimondi cupi come quelli che affiorano nei dipinti degli schizofrenici, insomma una poesia speculativa completa, una fantasia della scienza.»

Estratto da Qual è la via per lo spazio interno, pubblicato sulla rivista New Worlds 1962.

«Solo interrompendo il loro esilio e tornando alle loro case potevano chiarire fino in fondo che la loro rivoluzione era davvero insensata, che i sacrifici erano assurdi e le conquiste trascurabili. Un fallimento eroico si ridefiniva come un successo. Chelsea Marina era il modello di riferimento per le proteste sociali del futuro, per insurrezioni armate prive di senso e per rivoluzioni condannate, per la violenza immotivata e per manifestazioni dissennate. La violenza, come aveva detto una volta Richard Gould, dovrebbe sempre essere gratuita, e nessuna rivoluzione che si rispetti dovrebbe raggiungere i suoi scopi.»

Estratto da Millenium People


Nota
James G. Ballard è stato uno dei più rilevanti autori britannici del Novecento. Dopo aver passato parte della sua infanzia in un campo di prigionia giapponese, sulla cui esperienza scriverà L’Impero del sole che diventerà anche un film (1987) per la regia di Steven Spielberg, inizia a scrivere di fantascienza. Negli anni ’60 è uno dei protagonisti della rivoluzione New Wave della fantascienza mondiale, assieme ad autori come Samuel Delany, Brian Aldiss e al nuovo direttore della rivista New Worlds, Michael Moorcock. Teorizzerà lo spazio interno in letteratura, una sorta di universo psicointeriore, come luogo da analizzare e scoprire attraverso gli strumenti della fantascienza. Dopo la tetralogia catastrofista arriverà uno dei romanzi che segnerà come spartiacque lo sviluppo della sua carriera di narratore e che condenserà alcune delle sue più acuta osservazioni sulla contemporaneità: La mostra delle atrocità, pubblicato nel 1970, recentemente diventato un film (2001) per la regia di Jonathan Weiss. Altro capolavoro sarà Crash, intriso di uno stile assolutamente atipico e personale che punta alla interpretazione della contemporaneità attraverso l’instaurazione del rapporto uomo-macchina. Grande appassionato della pittura surrealista, che cita spessissimo nei suoi romanzi, viene considerato come uno dei padri nobili del cyberpunk e profeta del postmodernismo in letteratura. L’ultima fase della sua produzione è contrassegnata dal distacco nei confronti della società capitalista avanzata, temi presenti soprattutto in Millenium People e Regno a Venire, dove preconizza una sorta di nuovo fascismo dei centri commerciali e la rivoluzione delle classi medie, ironicamente inquadrate come nuovo proletariato.

Buon Compleanno Gesualdo Bufalino (15/11/1920)


«Con la Sicilia i miei rapporti sono di qualità schizofrenica. E tuttavia, più mi sforzo di sbucciarmi di dosso la pelle indigena e di promuovermi 'totus europeus', più tendo a raccogliermi e ricucirmi dentro la mia terra e la mia civiltà.»

«Il primo capitolo che scrissi (di Diceria dell'untore) fu come un gioco serio: e consisteva nel trovare intrecci plausibili fra 50 parole scelte in anticipo per timbro, colore, carica espressiva. [...] un legame insorgente da una parentela e coalizione espressiva e musicale, così come da un re, da un sol minore premeditato, nasce una sinfonia...»

intervista di Leonardo Sciascia su L'Espresso, 1° marzo 1981



«E' poi sicuro che sia suono la vita e silenzio la morte, e non invece il contrario?»

«Certe volte, però, penso un pensiero sciocco e bello, guardando la notte sopra di me. Penso che se uno potesse correre più presto della luce e sopravanzarla e fermarsi ad aspettarla in qualche stazione di stella, vedrebbe replicarsi per intero tutto il rotolo del passato. Mi consola pensare che in un raggio ancora in cammino c'è lui che mi bacia e mi parla, e che qualcuno in capo al cielo non sa ancora ch'è morto.»

«Sai come si dice, nel mio dialetto, dare il contagio? Ammiscari, si dice. Cioè mescolare, mescolarsi con uno. Significa ch'è un travaso di sé nell'altro, altrettanto mistico, forse, di quello di due altre assai diverse solennità: voglio dire la comunione col sacro nell'ostia; e la confusione, su un letto, di due corpi amici.»

«E ancora una volta, fra soffi e raschi e pizzicati di violoncello, un borboglio assai simile a un riso gli si mosse in fondo alla gola, mentre il consueto ghignetto gli tramutava la bocca.»

«"Marta", cominciai "Marta ascoltami", dissi. "Dove sei ora, Marta, dove cammini? In quale notte? Con che nome mi chiami, con che nome devo chiamarti? Ci sono fiumi dove abiti ora? da varcare a nuoto? su passerelle che tremano? E sei sola, siete tanti, ti ricordi ancora di me? Tornami in sogno, Marta. Anche se l'aria duole sotto i tuoi piedi scalzi, e non trovi labbra per dirmi le parole che vuoi. Guarda come mi lasci in mezzo alla via: una guasta semenza, una sconsacrata sostanza, un pugno di terra su cui casca la pioggia...»

da Diceria dell'untore



«Hic: lo spazio. Nunc: il tempo. Due tappeti volanti, due scale su cui immobile avanzo. E Zenone non mi aiuta.»

«Metri, metronomi, meridiane... L'uomo presume, misurando lo spazio e il tempo, di vincerli, mentre sono essi che misurano lui.»

«Capita a volte di sentirsi per un minuto felici. Non fatevi cogliere dal panico: è solo questione di un attimo, poi passa.»

da Il malpensante




Nota:

Nato a Comiso nel '20, Bufalino pubblicò nel '60 Diceria dell'untore, (il suo primo romanzo) dopo continui incoraggiamenti da parte di Sciascia e della Sellerio, vincendo il Premio Campiello nello stesso anno.
Si ammalò di tisi nel 1944, un calvario che servì da motivo ispiratore per Diceria.
Dopo la pubblicazione del romanzo visse gli ultimi anni della sua vita immerso in una continua produzione letteraria che spaziava dalla poesia alla prosa d'arte, alla narrativa.

sabato 14 novembre 2009

Buon Compleanno Claude Monet (14/11/1840)


«Quanto più vado avanti , tanto più mi riesce difficile rendere ciò che sento, e mi dico che chi afferma di aver finito una tela è tremendamente orgoglioso. Ogni giorno aggiungo o scopro qualcosa che prima non avevo saputo vedere, è veramente difficile, ma non mi fermo. Sono a pezzi, non ne posso più, ho trascorso una notte piena d’incubi: la cattedrale mi precipitava addosso, sembrava blu, rosa o gialla…»

Da lettera a Alice Hoschedé, 2 aprile 1892






«…non ho ancora molto da vivere e devo dedicare tutto il mio tempo alla pittura, con la speranza di riuscire finalmente a fare qualcosa di buono, a soddisfarmi se possibile.»

Da Lettera a G. Bernheim-jeune, 3 agosto 1918




Nota:
«Un giorno, Boudin mi disse: "Siete dotato, lasciate quel lavoro che vi stancherà. I vostri schizzi sono eccellenti, non vi fermerete qui. Fate come me, imparate a disegnare bene e ammirate il mare, la luce, il cielo azzurro". Seguii i suoi consigli e d'intesa facemmo lunghe passeggiate durante le quali non cessavo di dipingere seguendo la natura. E' così che compresi quest'ultima, imparai ad amarla appassionatamente e mi interessai alla pittura luminosa di Boudin. Non bisogna dimenticare che quest'ultimo aveva ricevuto lezioni da un maestro, Jongkind, la cui opera, soprattutto per ciò che riguarda gli acquarelli, assieme a quella di Corot è all'origine di ciò che è stato chiamato l'Impressionismo. L'ho detto e lo ripeto: devo tutto a Boudin e gli sono riconoscente del mio successo.»

Da lettera a Geffroy, 8 maggio, 1920

Grazie a: http://digilander.libero.it/monetweb/Lettere.html

venerdì 13 novembre 2009

Buon Compleanno Robert Louis Stevenson (13/11/1850)


«In verità il mio peggior difetto era una certa irrequieta gaiezza di temperamento che può aver fatto la felicità degli altri, ma che in me stentava a conciliarsi con il desiderio categorico di andare a testa alta e di esibire agli occhi della gente una autorevolezza inusitata. Di qui ebbe origine l’abitudine a celare i miei piaceri, tanto è vero che quando raggiunsi l’età della riflessione, e cominciai a guardarmi intorno per fare un inventario dei miei progressi e della mia posizione nel mondo, mi ritrovai già coinvolto in una radicata doppiezza esistenziale.»

Da Lo strano caso del dottor Jekyll e del Signor Hyde


«A un tratto egli…intendo dire il capitano…cominciò a canticchiare la sua solita canzone:

Quindici uomini sulla cassa del morto
Yo-ho-ho e una pinta di rum
Bevvero e il diavolo fece il resto
Yo-ho-ho e una pinta di rum.


Sulle prime avevo supposto che la “cassa del morto” fosse proprio il baule che aveva nella sua camera, e questo pensiero si era insinuato nei miei incubi fondendosi con l’ossessione del marinaio con una gamba sola…»


«Nemmeno se mi legassero e mi facessero trascinare da buoi, riuscirebbero a riportarmi in quella maledetta isola.»

Da L’isola del tesoro



Nota:
«Chi si avvicina a Stevenson sa, e se non lo sa se ne accorge presto, che è stato un grande scrittore, uno degli stilisti più versatili della letteratura inglese, certo non uno scrittore “per ragazzi”; ma se ne dimentica affidandosi alla corrente dell’avventura, al suono, al ritmo, agli odori della vita aperta.»
Domenico Scarpa, da prefazione a L’isola del tesoro

Raggiunto un certo benessere economico, nel 1888 partì per una lunga crociera nel Pacifico. Si stabilì nel 1891 nelle isole Samoa, facendovi una vita tranquilla, lavorando fino alla morte, circondato dall'amore e dal rispetto degli indigeni che difese più volte dalle prepotenze dei bianchi.

«Stevenson è uno scrittore che giustifica insieme vita e letteratura, perché sa che sono due cose incommensurabili, ciascuna a suo modo necessaria e inutile, ciascuna a suo modo orribile e bella.»
Domenico Scarpa, da prefazione a L’isola del tesoro

Buon Compleanno Dacia Maraini (13/11/1936)


«La pace ha bisogno di conoscere la guerra per denunciarla e condannarla.» ("Io donna", 19 aprile 2003)

«Non vedo altro motivo che il piacere: si scrive spinti da un desiderio quasi erotico, si scrive perché si è felici di farlo. Vengo da una famiglia di scrittori: mia nonna, Yoi Pawlowska, la madre di mio padre, agli inizi del secolo scriveva in inglese libri di viaggio, un nonno, Enrico Alliata, scriveva libri di filosofia e anche mio padre, Fosco, scrive libri di etnologia, ma con piglio da narratore. Quindi era destino che io avessi un rapporto stretto con i libri. Sono stata una lettrice precocissima, anche se il mio primo rapporto con la letteratura italiana è avvenuto da straniera. Venivo infatti dal Giappone, leggevo in inglese e quando sono arrivata nel mio paese il mio italiano era incerto, stentato.»

«la mancanza sta all'origine di tutti i pensieri desideranti. La mancanza è una spinta a desiderare e il desiderio dà impulso all'immaginazione. La scrittura nasce da una mancanza, come nel caso dell'amore che ho avuto per mio padre. Sono stata una bambina innamorata del padre. L'ho aspettato tanto e l'ho amato così, da lontano, desiderando che tornasse ma vedendolo molto poco.»

«La bellezza non è qualcosa per cui si gareggia: ciascuno ha qualcosa di bello da scoprire; l'attenzione è la chiave della scoperta.» (da Dolce per sé)


Nota:
Nasce a Firenze e si trasferisce piccolissima a Kioto, in Giappone, grazie ad una borsa di studio vinta dal padre Fosco, celeberrimo antropologo. A causa dell'antifascismo dei genitori venne internata con le sorelle in un campo di concentramento giapponese.
Si trasferiscono dunque a Firenze; "Bagheria l'ho vista per la prima volta nel '47" , ecco come inizia il libro che prende il titolo dall'omonima città. Nel 1963, dopo un matrimonio durato quattro anni, va a vivere con Alberto Moravia. Gli anni '60 sono gli anni dell' "iniziazione" al femminismo e del primo romanzo: "La vacanza" (1962).
1990 - "La lunga vita di Marianna Ucrìa" (premio Campiello)
1999 - "Buio" (premio Strega)
2007 - "il gioco dell'universo" (premio Cimitile)

giovedì 12 novembre 2009

Buon Compleanno Roland Barthes (12/11/1915)


«Davanti all’obbiettivo, io sono contemporaneamente: quello che io credo di essere, quello che vorrei si creda io sia, quello che il fotografo crede che io sia, e quello di cui egli si serve per far mostra della sua arte.


La Fotografia rappresenta quel particolarissimo momento in cui, a dire il vero, non sono né un oggetto né un soggetto, ma piuttosto un soggetto che si sente diventare oggetto: in quel momento io vivo una micro-esperienza della morte: io divento veramente spettro.


In sé, la foto non è affatto animata (io non credo alle foto “vive”), però essa mi anima: e questo è appunto ciò che fa ogni avventura.


In fondo – o al limite – per vedere bene una fotografia, è meglio alzare la testa o chiudere gli occhi.


Forse che al cinema io aggiungo qualcosa all’immagine? – Non credo; non ne ho il tempo: davanti allo schermo non sono libero di chiudere gli occhi, perché altrimenti, riaprendoli, non troverei più la stessa immagine; io sono costretto a una voracità continua; un gran numero di altre qualità, ma nessuna pensosità; di qui, il mio interesse per il fotogramma.


…la fotografia potrebbe forse corrispondere all’irruzione, nella nostra società moderna, di una Morte simbolica, al di fuori della religione, al di fuori del rituale: una specie di repentino tuffo nella Morte letterale. La Vita/ La Morte: il paradigma si riduce a un semplice scatto: quello che separa la posa iniziale dal rettangolo di carta finale.
Con la Fotografia, entriamo nella Morte piatta.»


Da La camera chiara, Nota sulla fotografia



«Come geloso, io soffro quattro volte: perché sono geloso, perché mi rimprovero d’esserlo, perché temo che la mia gelosia finisca col ferire l’altro, perché mi lascio soggiogare da una banalità: soffro di essere escluso, di essere aggressivo, di essere pazzo e di essere come tutti gli altri.


Io sono prigioniero di questa contraddizione: da una parte, credo di conoscere l’altro meglio di chiunque altro e glielo dico trionfalmente (“Io sì che ti conosco! Solo io ti conosco veramente!”); e dall’altra, sono spesso colpito da questa evidenza: l’altro è impenetrabile, sgusciante, intrattabile; non posso smontarlo, risalire alla sua origine, sciogliere il suo enigma. Da dove viene? Chi è? Mi esaurisco in sforzi inutili: non lo saprò mai.

Io sono troppo grande e al tempo stesso troppo debole per la scrittura: io le sto vicino, ma essa è sempre avara, violenta, indifferente all’io infantile che la sollecita.»


Da Frammenti di un discorso amoroso



Nota:
«Tra i primi dettagli che si seppero dell’investimento del 25 febbraio all’incrocio tra Rue des Ecoles e Rue Saint-Jacques ci fu quello che Roland Barthes era rimasto sfigurato, tanto che nessuno, lì a due passi dal Collège de France, aveva potuto riconoscerlo…(…). Il 28 marzo, nella bara, invece, il suo volto non era affatto sfigurato: era lui come tante volte l’avevo incontrato per quelle vie del Quartiere con la sigaretta pendente a un angolo della bocca, al modo di chi è stato giovane prima della guerra…

La discussione critica su di lui – già incominciata – sarà tra i sostenitori della superiorità dell’uno o dell’altro Barthes: quello che subordinava tutto al rigore di un metodo e quello che aveva come unico criterio sicuro il piacere (piacere dell’intelligenza e intelligenza del piacere). La verità è che quei due Barthes non sono che uno: e nella compresenza continua e variamente dosata dei due aspetti sta il segreto del fascino che la sua mente ha esercitato su molti di noi.

….ma il punto vero per cui (Greimas) dissentiva dai necrologi dei giornali era il loro cercare di definire in categorie professionali come filosofo o scrittore un uomo che sfuggiva a tutte le classificazioni perché tutto quello che aveva fatto nella sua vita, l’aveva fatto per amore.»

Da Italo Calvino In memoria di Roland Barthes, Collezione di sabbia

mercoledì 11 novembre 2009

Buon Compleanno Mack Reynolds (11/11/1917)




«Sembra che l’uomo sia il peggior nemico di se stesso. Tutti affermiamo di volere la pace, ma nello stesso tempo guardiamo con sospetto l’obiettore di coscienza. Affermiamo di volere un mondo migliore e poi deridiamo coloro che propongono riforme, chiamandoli velleitari. La mia opposizione alla Società del Benessere attuale non sorge dal fatto che abbiamo risolto il grande problema della produzione, ma perché la macchina è sfuggita al nostro controllo e corre da sola incontro al caos. Io non invidio, a chi produce, il frutto dei suoi sforzi. Il diritto di ogni persona al risultato dei propri sforzi è inviolabile, ma il diritto ai mezzi di produzione dovrebbe essere comune. La società primitiva che premia il più intelligente a danno di coloro che la Grande Madre ha ritenuto opportuno dotare meno, non esiste più. »

Ed egli maledisse lo scandalo

Nota:
Mack Reynolds è stato un autore statunitense di fantascienza. Nella sua carriera fu essenziale l’amicizia con Frederic Brown che lo convinse a scrivere racconti di fantascienza e con cui collaborò in diverse occasioni. Assolutamente calato nello spirito rivoluzionario degli anni ’60 fu un autore radicale e apertamente riformista, nonché grande sostenitore del Partito Socialista Americano, scelta politica che traspare nella maggior parte dei suoi scritti.

Buon Compleanno Kurt Vonnegut (11/11/1922)




«Diventai un cosiddetto scrittore di fantascienza quando qualcuno decretò che io ero uno scrittore di fantascienza. Io non volevo essere classificato, così mi meravigliai di scoprire in quale modo sarei rimasto colpito: non avrei mai ottenuto credito per diventare uno scrittore serio. Decisi che era perché scrivevo di tecnologia, mentre i più fini scrittori americani non ne sapevano nulla. Ero classificato come uno scrittore di fantascienza semplicemente perché scrivevo di Schenectady, New York. Il primo libro, Player Piano, parlava proprio di Schenectady. I miei associati ed io siamo ingegneri, fisici, chimici, e matematici. E quando io scrissi a proposito della Compagnia Generale Elettrica e Schenectady, è sembrata una fantasia del futuro ai critici che non avevano mai visto il posto. Io penso che i romanzi che tralasciano la tecnologia travisino la vita, così come i romanzi vittoriani la snaturavano lasciando fuori il sesso.»

A man without a country di Kurt Vonnegut, Daniel Simon (traduzione a cura della redazione di Asterischi)

«Vi amo, figli di puttana. Voi siete i soli che leggo, ormai. Voi siete i soli che parlano dei cambiamenti veramente terribili che sono in corso, voi siete i soli abbastanza pazzi per capire che la vita è un viaggio spaziale, e neppure breve: un viaggio spaziale che durerà miliardi di anni. Voi siete i soli che hanno abbastanza fegato per interessarsi veramente del futuro, per notare veramente quello che ci fanno le macchine, quello che ci fanno le guerre, quello che ci fanno le città, quello che ci fanno le idee semplici e grandi, quello che ci fanno gli equivoci tremendi, gli errori, gli incidenti e le catastrofi. Voi siete i soli abbastanza stupidi per tormentarvi al pensiero del tempo e delle distanze senza limiti, dei misteri imperituri, del fatto che stiamo decidendo proprio in questa epoca se il viaggio spaziale del prossimo miliardo di anni o giù di lì sarà il Paradiso o l'Inferno.»

Kurt Vonnegut agli scrittori di fantascienza

Nota
Il nonno di Kurt Vonnegut emigrò dalla Germania negli Stati Uniti nel lontano 1848. Lo strano destino del nipote Kurt lo volle prigioniero durante l'offensiva delle Ardenne nel 1944 e quindi imprigionato in Germania. Proprio a Dresda, dove era stato rinchiuso dai nazisti, vide il terribile bombardamento alleato (135mila morti) che lo ispirò anni dopo per scrivere Mattatoio n.5 o la crociata dei bambini, uno dei suoi capolavori. La sua produzione, dopo una prima fase marcatamente fantascientifica, fu sempre contraddistinta da uno stile semplice e diretto e da un'acuta miscellanea di generi. Considerato una sorta di traditore di "genere" riuscì, al pari di altri grandi di quegli anni come James Ballard e Phil Dick, ad uscire dal cosiddetto ghetto della fantascienza per coinvolgere intere generazioni di lettori. Uno dei suoi personaggi, lo scrittore Kilgore Trout, venne utilizzato come pseudonimo da Philip Josè Farmer, altro irriverente autore di sf americana, per scrivere Venere sulla Conchiglia. A quanto si dice il nostro Kurt non fu affatto esaltato dall'idea.

martedì 10 novembre 2009

Buon Compleanno Neil Gaiman (10/11/1960)




«Quel che volevo fare era scrivere un libro che fosse per gli adulti ciò che erano stati per me romanzi come Alice nel Paese delle Meraviglie, Narnia, Il Mago di Oz, quando ero bambino. E volevo parlare di coloro che sono caduti in disgrazia e sono stati defraudati di tutto, usando lo specchio della fantasia, che a volte può mostrarci cose che ci sono passate davanti agli occhi milioni di volte senza che le vedessimo realmente.»

Dall’Introduzione di Neil Gaiman a Nessun Dove, Fanucci Editore.

«Si scolò il bicchiere di whisky, e dopo quello qualcuno gliene offrì un altro, quindi la serata diventò nebulosa e si concluse in una serie di immagini frammentate: poi ricordò soltanto la sensazione di stare per lasciare un luogo piccolo e a misura d’uomo che aveva un preciso significato per un altro più grande e antico che di significato non ne aveva; e di aver vomitato a più non posso in un canale di scolo in cui scorreva acqua piovana, chissà dove e a quale ora antelucana; e una figura bianca con simboli dagli strani colori, come una sorta di piccolo scarafaggio tondeggiante, che si allontanava da lui camminando sotto la pioggia. »

Nessun Dove, Fanucci Editore.

«Da ragazzo Gaiman non discriminava tra i lavori di Shakespeare e le storie fantasy di C.S. Lewis, James Branch Cabell e J. R. R. Tolkien. Leggeva qualsiasi cosa… Gaiman continuò il suo percorso leggendo gli scrittori della New Wave di fantascienza degli anni ’60. Nel 1964, Michael Moorcock divenne l’editore di New Worlds, una rivista di fantascienza che pubblicava storie di creature spaziali e di combattimenti stellari. Stanco della solita fantascienza, Moorcock diede opportunità a scrittori come James G. Ballard e Brian Aldiss. Per costoro la tecnologia non era oggetto d’adorazione. La tecnologia aveva fatto piombare il mondo nella guerra fredda, una realtà per cui si era costruito il più grande arsenale di armi nucleari. La tecnologia aveva lanciato l’Unione Sovietica e gli Stati Uniti nello spazio, dove qualche giorno la fine della guerra si sarebbe potuta concludere. La fiction di Ballard, Samuel R. Delany, e Roger Zelazny obiettava sul valore della tecnologia. In queste storie di fantascienza, l’enfasi era sulla fiction, non sulla scienza, e sul profilo emozionale dei personaggi calati in un mondo tecnologicamente avanzato. Nella sua intervista per The SandManCompanion, Alan Moore ricordò l’ispirazione che aveva tratto dagli scrittori della New Wave: “Solo a vedere che si poteva scrivere in quel modo, che si poteva prendere una vecchia forma e creare qualcosa di completamente nuovo, è stata altamente stimolante… Immagino Neil prendere una certa quantità di carburante per missili da tutta questa roba”…»

Neil Gaiman di Steven P. Olson, traduzione a cura della redazione di Asterischi.

Nota:
L’esatta dimensione di Neil Gaiman si rintraccia nella straordinaria visionarietà di tutta la sua produzione: romanzi, fumetti, sceneggiature. Una sterminata cultura, che varia dalla letteratura di genere fino ai grandi classici, ai fumetti, alle fiabe, ha permesso a questo poliedrico autore britannico di lasciare la sua impronta nei diversi campi in cui ha impresso il suo talento. Ha iniziato la sua carriera facendo il giornalista e scrivendo racconti di fantascienza per riviste erotiche, poi è passato al fumetto, lavorerà negli anni ’80 per la celebre DC Comics americana, alla narrativa, ad esempio Stardust, e alla sceneggiature per il cinema come La leggenda di Beowulf (Beowulf) per la regia di Robert Zemeckis (2007) in collaborazione con Roger Avary.