sabato 7 novembre 2009

Buon Compleanno Albert Camus (07/11/1913)


«Anche la lotta verso la cima basta a riempire il cuore di un uomo.
Bisogna immaginare Sisifo felice.»

(da Il mito di Sisifo)


«Perché tutto sia consumato, perché io sia meno solo, mi resta da augurarmi che ci siano molti
spettatori il giorno della mia esecuzione e che mi accolgano con grida di odio.»

(da Lo Straniero)



« Il narratore vede benissimo l’obiezione che si potrebbe fargli,
ossia che quegli uomini rischiavano la vita. Ma arriva sempre un momento
della storia in cui chi osa dire che due più due fa quattro è punito con la
morte.
E la questione non è sapere quale sia la ricompensa o la punizione che spetta a tale ragionamento. La questione è sapere se due più due, si o no, fa quattro.»

(da La Peste)




Nota:
L’accettazione. Non il passivo sottomettersi alle assurde regole sociali, ma la volontà di accettare
la sfida che il mondo pone all’Uomo. Potrebbe essere questo il fil rouge che lega la vasta ed eterogenea opera camusiana. Prima è il dio-Sisifo, ridotto ad essere uomo a causa dell’inestinguibile pena che gli è stata inflitta ma che si eleva, superando se stesso e i propri dei, grazie allo sforzo caparbio di trovare un significato alla punizione che gli è stata inflitta, metafora
dell’esistenza umana.
Poi è Mersault, anonimo cittadino, senza connotati ed emozioni, che nel finale amarissimo si riconsegna ad un umanità a lui estranea, accettando di giocare il ruolo che gli è stato imposto , quello del diverso dell”étranger”, nella grande mascherata che è la vita, e quindi rifiutando sino
alla fine di adeguarsi alle assurdità della società.
Fino all’Uomo che, posto di fronte ad una minaccia che incombe sull’umanità, la peste simbolo di ogni barbaria culturale e fisica, trova un senso solo in se stesso, ossia nei valori umani liberi da ogni misticismo, terrenei e sensuali, che nell’uomo iniziano e in questo finiscono.

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