domenica 15 novembre 2009

Buon Compleanno Gesualdo Bufalino (15/11/1920)


«Con la Sicilia i miei rapporti sono di qualità schizofrenica. E tuttavia, più mi sforzo di sbucciarmi di dosso la pelle indigena e di promuovermi 'totus europeus', più tendo a raccogliermi e ricucirmi dentro la mia terra e la mia civiltà.»

«Il primo capitolo che scrissi (di Diceria dell'untore) fu come un gioco serio: e consisteva nel trovare intrecci plausibili fra 50 parole scelte in anticipo per timbro, colore, carica espressiva. [...] un legame insorgente da una parentela e coalizione espressiva e musicale, così come da un re, da un sol minore premeditato, nasce una sinfonia...»

intervista di Leonardo Sciascia su L'Espresso, 1° marzo 1981



«E' poi sicuro che sia suono la vita e silenzio la morte, e non invece il contrario?»

«Certe volte, però, penso un pensiero sciocco e bello, guardando la notte sopra di me. Penso che se uno potesse correre più presto della luce e sopravanzarla e fermarsi ad aspettarla in qualche stazione di stella, vedrebbe replicarsi per intero tutto il rotolo del passato. Mi consola pensare che in un raggio ancora in cammino c'è lui che mi bacia e mi parla, e che qualcuno in capo al cielo non sa ancora ch'è morto.»

«Sai come si dice, nel mio dialetto, dare il contagio? Ammiscari, si dice. Cioè mescolare, mescolarsi con uno. Significa ch'è un travaso di sé nell'altro, altrettanto mistico, forse, di quello di due altre assai diverse solennità: voglio dire la comunione col sacro nell'ostia; e la confusione, su un letto, di due corpi amici.»

«E ancora una volta, fra soffi e raschi e pizzicati di violoncello, un borboglio assai simile a un riso gli si mosse in fondo alla gola, mentre il consueto ghignetto gli tramutava la bocca.»

«"Marta", cominciai "Marta ascoltami", dissi. "Dove sei ora, Marta, dove cammini? In quale notte? Con che nome mi chiami, con che nome devo chiamarti? Ci sono fiumi dove abiti ora? da varcare a nuoto? su passerelle che tremano? E sei sola, siete tanti, ti ricordi ancora di me? Tornami in sogno, Marta. Anche se l'aria duole sotto i tuoi piedi scalzi, e non trovi labbra per dirmi le parole che vuoi. Guarda come mi lasci in mezzo alla via: una guasta semenza, una sconsacrata sostanza, un pugno di terra su cui casca la pioggia...»

da Diceria dell'untore



«Hic: lo spazio. Nunc: il tempo. Due tappeti volanti, due scale su cui immobile avanzo. E Zenone non mi aiuta.»

«Metri, metronomi, meridiane... L'uomo presume, misurando lo spazio e il tempo, di vincerli, mentre sono essi che misurano lui.»

«Capita a volte di sentirsi per un minuto felici. Non fatevi cogliere dal panico: è solo questione di un attimo, poi passa.»

da Il malpensante




Nota:

Nato a Comiso nel '20, Bufalino pubblicò nel '60 Diceria dell'untore, (il suo primo romanzo) dopo continui incoraggiamenti da parte di Sciascia e della Sellerio, vincendo il Premio Campiello nello stesso anno.
Si ammalò di tisi nel 1944, un calvario che servì da motivo ispiratore per Diceria.
Dopo la pubblicazione del romanzo visse gli ultimi anni della sua vita immerso in una continua produzione letteraria che spaziava dalla poesia alla prosa d'arte, alla narrativa.

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