sabato 31 ottobre 2009

Buon Compleanno John Keats (31/10/1795)



QUAND’IO HO TIMORE DI POTER MORIRE

Quand’io ho timore di poter morire
Prima che la penna abbia spigolato il mio fertile cervello,
prima che alte pile di libri custodiscano
tra le pagine, come ricchi granai, le messi mature;
quando osservo, sul volto stellato della notte,
gli immensi oscuri simboli di un nobile idillio,
e penso che potrei non vivere tanto da tracciar
le loro ombre con l’arcana mano del caso;
e quando sento, amica bella d’un istante,
che mai più volgerò lo sguardo su di te
né più godrò dell’incantato potere
dell’indomabile amore- allora sulla spiaggia
del mondo resto solo e pensoso,
finché Amore e Fama annegano nel nulla.




SULLA MORTE

Può la morte chiamarsi sonno, quando la vita non è che un sogno,
e le scene di felicità scorrono come fantasmi?
Il piacere, effimero, non è che una visione
Eppure crediamo la morte la più grande dei dolori.

Strano che l’uomo debba vagare sulla terra
per condurre una vita di dolore; e tuttavia non abbandona
il suo impervio cammino, né osa gettar lo sguardo
sul suo destino, che null’altro è se non un risveglio.


« Beauty is truth, truth beauty, - that is all
Ye know on earth, and all ye need to know. »
Ode on a Grecian Urne

Nota:
La poesia di John Keats, profondamente innovativa e originale in rapporto al suo tempo, non fu apprezzata dai contemporanei. Numerosi elogi gli furono invece tributati in epoche successive in virtù della levigatezza formale della sua opera e della carica espressiva delle immagini in essa evocate.
Riconosciuto come il fondatore del filone esteta della poesia inglese, la Bellezza rappresentò per Keats l’unico valore assoluto nel corso di un’esistenza permeata di malinconia e caducità.

venerdì 30 ottobre 2009

Buon Compleanno Ezra Pound (30/10/1885)


CONTRO L'USURA

Con usura nessuno ha una solida casa
di pietra squadrata e liscia
per istoriarne la facciata,
con usura
non v'è chiesa con affreschi di paradiso
harpes et luz
e l'Annunciazione dell'Angelo
con le aureole sbalzate,
con usura
nessuno vede dei Gonzaga eredi e concubine
non si dipinge per tenersi arte
in casa ma per vendere e vendere
presto e con profitto, peccato contro natura,
il tuo pane sarà staccio vieto
arido come carta,
senza segala né farina di grano duro,
usura appesantisce il tratto,
falsa i confini, con usura
nessuno trova residenza amena.
Si priva lo scalpellino della pietra,
il tessitore del telaio
CON USURA
la lana non giunge al mercato
e le pecore non rendono
peggio della peste è l'usura, spunta
l'ago in mano alle fanciulle
e confonde chi fila. Pietro Lombardo
non si fe' con usura
Duccio non si fe' con usura
nè Piero della Francesca o Zuan Bellini
nè fu "La Calunnia" dipinta con usura.
L'Angelico non si fe' con usura, nè Ambrogio de Praedis,
nessuna chiesa di pietra viva firmata :"Adamo me fecit".
Con usura non sorsero
Saint Trophine e Saint Hilaire,
usura arrugginisce il cesello
arrugginisce arte ed artigiano
tarla la tela nel telaio, nessuno
apprende l 'arte d'intessere oro nell'ordito;
l'azzurro s'incancrena con usura; non si ricama
in cremisi, smeraldo non trova il suo Memling
usura soffoca il figlio nel ventre
arresta il giovane amante
cede il letto a vecchi decrepiti,
si frappone tra giovani sposi
CONTRO NATURA
Ad Eleusi han portato puttane
carogne crapulano
ospiti d'usura.

(Fonte www.francocenerelli.com/antologia/pound.htm)

Nota:
Ezra Pound è stato uno dei poeti più controversi del Novecento. Americano di nascita ha vissuto molto in Europa ed in particolare in Italia.Nel 1941 chiede il rimpatrio ma gli viene ostacolato, pertanto decide di restare in Italia e seguire per intero le sorti del fascismo cui si era intimamente e idealisticamente legato. Completamente coinvolto non abbandonò il regime neanche quando esso stesso diventò un ridicolo fantoccio al servizio dei nazisti nella Repubblica di Salò. Del resto :”Se un uomo non è disposto a rischiare qualcosa per i suoi ideali, o i suoi ideali non valgono niente, o non vale niente lui”. Alla fine della guerra fu processato, condannato e salvato, dopo diversi anni di prigionia, da un autentico moto di ribellione da parte dei poeti e dei letterati di tutto il mondo. Riposa presso il cimitero di Venezia, dove è sepolto dal 1972. L’uomo martirizzato dall’odio politico e dalla sua appartenenza fascista ha in realtà sempre professato valori puri e contemporaneamente attaccato l’uso perverso e scandaloso del denaro: la usurocrazia. Queste sue posizioni contro il denaro e l’arricchimento lo resero inviso agli americani, che lo internarono in un manicomio prima della sua liberazione, ma fu un poeta straordinario di raro ardore idealistico ed etico.

giovedì 29 ottobre 2009

Buon Compleanno Rino Gaetano (29/10/1950)



Al compleanno della zia rosina

Al compleanno della zia Rosina
il disco suona loro sono lì a giocare
vicino al mare verde come la notte
come le mie cotte
al compleanno della zia Rosina
il treno passa qualcuno ha perso un amico
un altro ritrova la donna
ed io ho già bevuto ed io ho già bevuto
ma proprio adesso ho finito
l'ultimo bicchiere l'ultimo rito
mica l'ho capito che devo ancora bere
il treno non passa ancora eppure io l'aspetto
la canzone più corta di questa anche lei è finita
la vita la vita e Rita s'è sposata
al compleanno della zia Rosina
il mare è calmo ma il mio naso non sente
assapora la mia bocca
l'avventura l'arsura la paura
non ci sarà avventura questo già mi calma
vedo già la mia salma portata a spalle
da gente che bestemmia che ce l'ha con me
povera povera povera la mia cara
le racconterò di Cleme e rideremo insieme
è passato il treno m'ha guardato il treno
s'è scorda--to il treno ma io ho già bevuto
il treno non pas-sa ancora eppure io l'aspetto
la canzone più corta di questa anche lei è finita
la vita la vita e Rita s'è sposata
la vita la vita e Rita s'è sposata
la vita la vita e Rita s'è sposata
la vita la vita e Rita s'è sposata
Rita s'è sposata Rita Rita Rita
s'è sposata Rita e Rita s'è sposata

Nota:
Senza aver bisogno di presentazione alcune, abbiamo voluto dedicare a Rino Gaetano questo delizioso canto di compleanno di cui egli stesso è autore.

Buon Compleanno Paul di Filippo (29/10/1954)


«Siamo qui riuniti oggi a testimoniare il sacrificio massimo che ogni individuo può fare alla società, nella quale sin dalla nascita è stato un elemento importante. Di gran lunga di maggiore rispetto le donazioni meschine come quelle del sangue o degli organi è ciò che l’uomo al mio fianco farà oggi. Egli donerà il suo nome e la sua identità, così che un altro uomo possa vivere e servire al suo posto. Destinati a perire del proprio dolore incurabile, e avendo optato per una morte volontaria, giuridicamente ed eticamente, quest’uomo prende le colpe di tutti i fratelli peccatori, garantendo così ai colpevoli una seconda possibilità. Allo stesso tempo, sono soddisfatte le richieste di giustizia e vendetta della società. Un crimine, il più atroce, ancora più dell’omicidio, è stato commesso, e oggi esso è bilanciato dalla morte del suo autore. Le nostre leggi non vengono rispettate, i colpevoli non scappano e la bilancia della giustizia si agita uniformemente.»

Brano tratto da Life Sentence
Disponibile all’indirizzo http://www.revolutionsf.com/fiction/lifesentence/01.html

Nota:
Paul Di Filippo è unanimemente considerato uno dei più celebri autori dello steampunk, genere che si basa sull’inserimento di una tecnologia anacronistica in una realtà storica. All’attività di scrittore affianca quella di critico per le più prestigiose riviste di fantascienza americane. Il suo racconto Stone è vivo ha partecipato alla mitica raccolta Mirroshades che ha contribuito a definire la nascita del genere cyberpunk.

mercoledì 28 ottobre 2009

Le città invisibili - Flatlandia



nome ufficiale: Flatlandia

luogo/dimensione: bidimensionale

forma di governo: n.d.

sistema sociale: rigidamente gerarchico. Un numero maggiore di lati (o l'ampiezza dell'angolo) corrisponde ad un più alto livello di posizionamento sulla scala sociale.

condizione della donna: semplice linea

descrizione della vita: A Flatlandia sono i lati (o meglio, un angolo più largo) a manifestare maggior intelligenza, quindi scuole migliori e di conseguenza lavori migliori e di maggior responsabilità. In questo mondo ogni individuo può sperare in un’ascesa sociale sua o eventualmente della sua prole anche se in realtà solo un ridottissimo numero di individui riesce a migliorare la propria posizione sociale. La remota possibilità d'elevazione sociale è uno strumento per mantenere il popolo in uno stato di illusoria possibilità d’elevazione, infatti in caso di sollevazione ai capi delle rivolte vengono solitamente offerte delle posizioni migliori in seno alla società e così tutte rivolte per una Flatlandia più democratica sono sempre fallite. Uno speciale spazio viene riservato alle donne che in quell'universo sono delle linee e quindi, essendo dotate solo di due lati e di un angolo pressoché zero, sono assimilate a dei bambini che vanno perennemente protetti dal mondo esterno.

stati confinanti: Spacelandia, mitico mondo a tre dimensioni abitato da sfere

per ulteriori informazioni consultare la guida Flatlandia. Racconto fantastico a più dimensioni di Edward Abbott Abbott, adelphi milano, 1996

Buon Compleanno Jean Marie Guyau (28/10/1854)


«Se ci viene chiesto che cosa significa accrescere l’intensità della vita, risponderemo che significa accrescere il campo dell’attività sotto tutte le sue forme (nella misura compatibile con il recupero delle forze).

Gli esseri inferiori agiscono solo in una certa direzione; poi si riposano, si lasciano andare a un’inerzia assoluta; l’essere superiore invece si riposa con la varietà dell’azione. […] Il peggiore dei vizi sarà da questo punto di vista l’inerzia. L’ideale morale sarà viceversa l’attività in tutta la varietà delle sue manifestazioni, almeno di quelle che non producono una dispersione durevole di forze.

La vita ha due facce: da un lato è nutrizione e assimilazione, dall’altro produzione e fecondità. Più essa acquisisce più è necessario che spenda. Il dispendio è l’espirazione che segue l’inspirazione.

Abbiamo più lacrime di quante ce ne servano per le nostre sofferenze, più gioie in serbo di quante ne giustifichi la nostra felicità. Bisogna andare verso gli altri, moltiplicare se stessi attraverso la comunione dei pensieri e dei sentimenti. […] Si vorrebbe squarciare con la nostra opera il velo della nostra individualità.

Il lavoro è la vera provvidenza umana: agiamo invece di pregare.»

Da Esquisse d’une morale sans obligation ni sanction


«La possibilità, la probabilità, la forza stessa di realizzazione sono nel pensiero, che è una contrazione di chances interiori e viventi.

La vita da ogni parte è avvolta dall’ignoto. Eppure io agisco, lavoro, intraprendo; e in tutti i miei atti presuppongo quell’avvenire sul quale nulla mi dà il diritto di contare. La mia attività supera ad ogni istante il momento presente, trabocca sull’avvenire. Questa incertezza, opprimendomi da ogni parte in egual misura, equivale per me ad una certezza e rende possibile la mia libertà.»

Da Irréligion de l’avenir


Nota:
Jean-Marie Guyau, filosofo francese della seconda metà del XIX secolo, indicato talora come una delle fonti di Nietzsche e Bergson, fu presto archiviato dalla storia della filosofia come l’erede spirituale di Comte e Spencer. Il suo pensiero, dominato peraltro da una concezione della vita la cui forza e originalità non sfuggirono ai contemporanei, resta ancora oggi assai poco conosciuto. Fatti entrare in blocco, quasi «a forza», nelle categorie del positivismo evoluzionistico, gli scritti di Guyau sono rimasti a lungo «lettera morta».
Un ringraziamento a Antonella Giuli, http://www.utopia.unicas.it/num3/giuli.pdf

Buon Compleanno Joe Lansdale (28/10/1951)



Elvis sognò di essere con l'uccello in mano, intento a controllare se il bubbone sulla cappella si fosse riempito di pus un'altra volta. Se così fosse stato, avrebbe chiamato il bubbone Priscilla, come la sua ex moglie, e con una bella sega lo avrebbe fatto scoppiare. Be', almeno gli piaceva pensare che l'avrebbe fatto. I sogni ti consentono di pensarla a quel modo. Il fatto è che erano anni che non aveva un'erezione...
Dall'altra parte della stanza, il suo compagno di camera, Thomas il Toro, urlò, tossì e si lamentò per poi ripiombare in un sonno agitato mentre il cancro gli divorava l'intestino come un ratto intrappolato dentro un documento... Ora il Toro si era fatto piccolo, poco più di un pallido ammasso rinsecchito di pelle, nel quale, di quando in quando, pulsava quel sangue di cui il carcinoma si nutriva.

Brani tratti da Bubba Ho-Tep, edizioni Addictions

La redazione di Asterischi consiglia inoltre la visione dell’omonimo film di Don Coscarelli con la sceneggiatura dello stesso Lansdale.

Nota:
Joe Richard Harold Lansdale è uno scrittore statunitense. Grande appassionato di letteratura di fantascienza ha avuto tra i suoi padrini letterari Ray Bradbury, Frederic Brown e diversi autori del gruppo del Weird Tales tra cui Robert E. Howard, il creatore del celebre Conan il Barbaro. Da sempre legato al suo Texas, al punto da definirlo uno "stato mentale", lo ha utilizzato come sfondo sociale e geografico per le sue storie, che raccontano la morbosità e la barbarie degli statunitensi contemporanei. Appassionato anche di arti marziali nel 1996 ha fondato una propria scuola chiamata il Lansdale's Self-Defense Systems. Il suo essere un narratore di razza e un talento straordinariamente innaturale lo pongono tra le più innovative voci della letteratura americana.

martedì 27 ottobre 2009

Buon Compleanno Sylvia Plath (27/10/1932)




Io sono verticale

Ma preferirei essere orizzontale.
Non sono un albero con radici nel suolo
succhiante minerali e amore materno
per poter brillare di foglie ogni Marzo,
e nemmeno sono la bella di un’aiola
che attira la sua parte di Ooh dipinta di colori stupendi,
ignara di dover presto sfiorire.
In confronto a me, un albero è immortale
e la corolla di un fiore non alta, ma più sorprendente,
e a me manca la longevità dell’uno e l’audacia dell’altra.

Questa notte, sotto l’infinitesima luce delle stelle,
alberi e fiori vanno spargendo i loro freschi profumi.
Cammino in mezzo a loro, ma nessuno mi nota.
A volte penso che è quando dormo
che assomiglio loro più perfettamente-
i pensieri offuscati.
Mi è più naturale, l’essere distesa.
Allora c’è aperto colloquio tra il cielo e me,
e sarò utile quando sarò distesa per sempre:
Forse allora gli alberi mi toccheranno, e i fiori avranno tempo per me.

28 Marzo 1961


Mi riescono meglio le descrizioni illogiche, sensuali. [---]
La luna, stando al mio umore, non è esile, virginale e argentea, ma pingue, gialla, carnosa, gravida. Questa è la distinzione tra aprile e agosto, tra il mio stato attuale e uno stato fisico che avrò chissà quando.
Passo tratto da: Sylvia Plath, Diari, Adelphi, 1995, pp. 52-53


Nota:
La poesia di Sylvia Plath rispecchia l’agonia di un romanticismo che lascia spazio alle più contrastanti sensazioni. Convivono, in lei, momenti di grande gioia dettati dai numerosi riconoscimenti ricevuti e dalla vicinanza di persone amiche, e lunghi periodi di depressione e sconfitta personale rimarcati da svariati tentativi di suicidio.
Muore a 31 anni, mettendo la testa nel forno di casa e aprendo il gas, non prima di aver messo al sicuro i suoi due figli.
A Heptonstall, sulla lapide della sua tomba, è incisa questa frase: “Anche tra le fiamme violente si può piantare il Loto d’oro.”

lunedì 26 ottobre 2009

Buon Compleanno Trilussa (26/10/1871)


Fra cent'anni

«Da qui a cent'anni, quanno
ritroveranno ner zappà la terra
li resti de li poveri sordati
morti ammazzati in guerra,
pensate un po' che montarozzo d'ossa,
che fricandò de teschi
scapperà fòra da la terra smossa!
Saranno eroi tedeschi,
francesci, russi, ingresi,
de tutti li paesi.
O gialla o rossa o nera,
ognuno avrà difesa una bandiera;
qualunque sia la patria, o brutta o bella,
sarà morto per quella.

Ma lì sotto, però, diventeranno
tutti compagni, senza
nessuna diferenza.
Nell'occhio vôto e fonno
nun ce sarà né l'odio né l'amore
pe' le cose der monno.
Ne la bocca scarnita
nun resterà che l'urtima risata
a la minchionatura de la vita.
E diranno fra loro: - Solo adesso
ciavemo per lo meno la speranza
de godesse la pace e l'uguajanza
che cianno predicato tanto spesso! »




La Lucciola

«La Luna piena minchionò la Lucciola:
- Sarà l'effetto de l'economia,
ma quel lume che porti è debboluccio...
- Sì, - disse quella - ma la luce è mia!»



Da Bolla de sapone

«La vita mia, che nasce per un gioco
come la maggior parte delle cose,
stà chiusa in una goccia... Tutto quanto
finisce in una lacrima de pianto.»


Da l’incontro de li sovrani

«-Stai bene? - Grazzie. E te?
e la Reggina? - Allatta.
- E er Principino? - Succhia.
- E er popolo? - Se gratta.
- E er resto? - Va da sé...
- Benissimo! - Benone!
La Patria sta stranquilla;
annamo a colazzione... –»


Nota:
Pseudonimo di Carlo Alberto Salustri, noto per le sue composizioni in dialetto romanesco.
Nominato dal Presidente della Repubblica Luigi Einaudi senatore a vita il 1º dicembre 1950, venti giorni prima che morisse; già da tempo malato, e presago della fine imminente, ma con immutata ironia, il poeta commentò: "M'hanno nominato senatore a morte".

domenica 25 ottobre 2009

Il lato oscuro del compleanno - Fritz Haarmann (25/10/1879) - serial killer



Soprannome: il macellaio di Hannover

Vittime: 30/40

Rituale: uccideva giovani senza casa, assieme al complice e amante Hans Grans, e ne smembrava i cadaveri rivendendoli al mercato nero come carne di manzo o di maiale.

Conclusione: Fu riconosciuto colpevole di 24 omici e decapitato il 15 aprile del 1925.

Buon Compleanno Max Stirner (25/10/1806)



«Ogni amore, nel quale sia anche in minima parte una costrizione, è un affetto non più interamente mio e facilmente si converte in un'ossessione. Chi ritiene d'esser in debito di qualche cosa all'oggetto del suo amore, ama romanticamente e religiosamente. L'amor della famiglia è un amore religioso; tale è pure l'amor di patria, "il patriottismo". Lo stesso avviene di tutti i nostri amori romantici; è in tutti la medesima illusione d'un amore "disinteressato", un affetto manifestato per un oggetto in sè, non per me o per amor mio. L'amore religioso o romantico si distingue bensì dall'amor sensuale per la diversità dell'oggetto, ma non già per una differenza della nostra condotta verso ciò che n'è causa. Nell'uno e nell'altro c'è dell'ossessione; colla differenza che per l' uno l'oggetto è profano, per l'altro sacro. La signoria dell'oggetto su me è in entrambi i casi egualmente intensa, con questa sola differenza: che nel primo esso è sensuale, nel secondo ideale. Ma l'amore non è veramente cosa mia se non quando esso consista in un interesse egoistico, si che l'oggetto del mio amore sia veramente un mio oggetto, un mio possesso. Verso il mio possesso io non ho obbligo di sorta, cosi come, per un esempio, io non ho alcun dovere verso il mio occhio; se ne prendo cura, ciò avviene unicamente nel mio interesse.
L'amore mancava così all'antichità come ai tempi cristiani; il dio d'amore è più vecchio del dio dell'amore. Ma l'ossessione mistica appartiene esclusivamente all'età moderna.»

estratto da "L'amore egoistico" (ebook presente al link http://www.toasa.net/downloads/ebook/anarchia/Max_Stirner_-_Amore_Egoistico.pdf)

Nota:
Max Stirner? Il filosofo piccolo borghese, redarguito ai suoi tempi già da Karl Marx? L'anarchico, l'egoista, il nichilista, il rozzo precursore di Nietzsche? Sì, proprio lui. Certo, malfamato nel mondo filosofico, che lo evoca tutt'al più in margine, ma ancora oggi detentore della dinamite intellettuale che uno di quelli che giunsero dopo di lui pretese aver fabbricato. È sufficiente pronunciare il suo nome perché appaiano delle formule come "Sono Unico", "Non vi è nulla al di sopra di Me", "Ho fondato la mia causa sul nulla", che lo hanno fatto passare per l'incarnazione dell'egoista senza genio, dell'ingenuo solipsista, ecc... Egli non è quindi del tutto dimenticato. Il suo libro "Der Einzige und sein Eigentum" (1844) ["L'Unico e la sua proprietà"] -- Non ne ha scritti altri -- è ancora edito ai nostri giorni nella Reclams Universalbibliothek, come opera classica dell'egocentrismo. Senza che nessuno lo consideri per questo tale. Tuttavia -- questa è in compenso la mia tesi -- ecco giunto il tempo di Stirner. Si troverà forse la migliore spiegazione di quanto voglio dire, nella storia dell'influenza del suo libro, che si è esercitata in modo stranamente clandestino nei suoi periodi più ricchi di conseguenze e che è ancora oggi molto poco conosciuta. Essa permette egualmente di capire come e perché l'idea centrale e specifica di Stirner sia diventata veramente attuale soltanto un secolo e mezzo dopo la sua formulazione.

Tratto da "Come Marx e Nietzsche hanno rimosso il loro collega Max Stirner e perché egli è loro egualmente sopravvissuto" di Bernd A. Laska

sabato 24 ottobre 2009

Buon Compleanno August Von Platen (24/10/1796)


« 20 luglio.
All’inizio mi ha trattato con durezza. Ha detto che non poteva sopportare tutti questi pianti. Più tardi è sembrato un po’ commosso. Il ricordo del tempo passato non mi dona più alcuna gioia. Io non ero affatto amato. La mia felicità non era che un sogno senza corpo e senza esistenza. Vorrei avere posseduto per poter perdere. Ahimè! Non ho perduto nulla!

26 luglio.
Perché mi è impossibile amare le donne, perché bisogna nutrire inclinazioni funeste, che non saranno mai permesse, che non saranno mai reciprocate?
Sono assolutamente perduto. Non mi riconosco più. Dimentico tutto, i miei studi, i miei amici, i miei genitori.

15 agosto.
Mi assicurava della sua amicizia, ma mi diceva spesso di non potermi amare come io lo amo. Ahimè! Il suo aspetto esteriore è troppo attraente. È bello come Apollo e vigoroso come Ercole. »

Dal suo diario, 1813-1835



Nota:
Platen è un omosessuale molto peculiare, assolutamente anacronistico. Benché dal punto di vista letterario egli fosse classicista ed anti-Romantico, aveva respirato a sufficienza lo spirito del Romanticismo per apprezzarne la rivalutazione dell’amore che noi oggi diciamo per l’appunto “romantico”, al punto da desiderare applicarla agli amori che egli provava... per gli uomini.
A differenza di milioni di suoi contemporanei Platen non si accontentava (almeno finché fu in Germania) della compagnia puramente sessuale di ragazzi proletari sensibili al fascino del denaro. Lui no: lui voleva amare, spiritualmente e fisicamente, un giovanotto, possibilmente suo pari, ed esserne addirittura ricambiato!
Thomas Mann si basò in parte su Platen per la creazione del suo personaggio di Gustav von Aschenbach del romanzo La morte a Venezia. Il nome stesso del personaggio contiene vaghe allusioni a Platen (August = Gustav; Ansbach, il luogo di nascita di von Platen = Aschenbach), tuttavia il parallelo è reso esplicito soprattutto dal fatto che anche il personaggio di Mann, come Platen, muore di colera in Italia, dove si è attardato per soddisfare i suoi desideri omosessuali.

Un ringraziamento a Giovanni Dall'Orto http://www.giovannidallorto.com/biografie/platen/platen.html

venerdì 23 ottobre 2009

Le città invisibili - Freedonia


Nome Ufficiale: Non libero stato di Freedonia

Luogo: Europa Centrale

Forma di governo: Repubblica presidenziale con tendenze dispotico anarchiche

Presidente del Consiglio:
Rufus T. Firely (Groucho Marx)



Slogan:
« Il mio predecessore ha
rovinato questa nazione
non sapeva come gestirla,
se pensate che ora vada male
aspettate che me ne occupi io!»

Rufus T. Firely

La lettera del presidente:

"Miei cari freedoniani,
un nichelino oggi non è quello che valeva cinque anni fa, ecco perchè ho istituito un nichelino da 7 cent. Tutte le famiglie dovrebbero essere in grado di vivere grazie ad un singolo nichelino."

Per ulteriori informazioni su Freedonia visitate il sito

http://rufustfirefly.googlepages.com/

Buon Compleanno Gianni Rodari (23/10/1920)


“Pregavano dal Signore il riposo per le anime dei morti. «Ma che cosa è morto di loro? L’anima vive: il corpo si dissolve, ma vivrà. Dunque la loro non è vera morte. t un’altra vita. La loro morte è una seconda nascita, e stavolta cosciente. Ogni giorno io rinasco ed ogni sera torno a morire; ma per me non c’è riposo». E gli pareva non di pregare per i morti, ma per sé, per la sua pace: per la pace della sua carne tormentata, del suo spirito avido di sempre nuove esperienze. «Pace su tutto questo, o Signore!» E sentiva intorno a sé i morti che gli davano della loro pace gaudiosa.”

Da Pace dei vivi e dei morti, 1936


«Ci sono cose da fare ogni giorno:
lavarsi, studiare, giocare,
preparare la tavola,
a mezzogiorno.

Ci sono cose da fare di notte:
chiudere gli occhi, dormire,
avere sogni da sognare,
orecchie per non sentire.

Ci sono cose da non fare mai,
né di giorno né di notte,
né per mare né per terra:
per esempio, la guerra»

Promemoria


«Se comandasse Pulcinella
la legge sarebbe questa:
a chi ha brutti pensieri
sia data una nuova testa.»

Da Il gioco dei se

giovedì 22 ottobre 2009

Buon Compleanno Robert Capa (22/10/1913)


«A volte il tiro d’artiglieria langue. Il nemico sta con l’arma al piede.
In tali mattine i difensori di Madrid si scaldano al sole, giocano a dama, scrivono a casa lettere che, all’arrivo,
non garantiscono che il mittente sia ancora vivo.
La guerra e’ divenuta una “routine”; l’abnorme e’ divenuto, come sempre, la norma.»
da “Immagini di Guerra-Robert Capa” di Cornell Capa, Milano 1965, pagg. 20-33.





“Mi trovavo dietro un mucchio di terra, al riparo.
I franchisti tiravano con delle mitragliatrici e c’era molto pericolo.
Sulla mia sinistra c’erano, in una trincea, i miliziani.
Di tanto in tanto un gruppetto di loro saltava fuori perché aveva l’ordine di conquistare la posizione dei nazionalisti.
La mia paura era tale che ad un certo momento, spinto dal dovere professionale, ho tirato fuori un braccio con la Leica, ho puntato e quando ho sentito partire la scarica, ho scattato poi ho ritirato la macchina e me ne sono andato”
(la citazione è tratta da “Il Giornale” del 7/9/1996).


«L’efficacia di “Morte di un miliziano repubblicano” sta nel mostrarci un momento reale, catturato fortuitamente; perderebbe ogni valore se dovessimo scoprire che il soldato sul punto di cadere ha recitato per l’obiettivo di Capa. »
In “Regarding the Pain of Others” tradotto “Davanti al dolore degli altri” da Mondadori nel 2003, Susan Sontag



Nota:
Robert Capa, pseudonimo di Endre Ernő Friedmann (Budapest, 22 ottobre 1913 – Thai-Bin, 25 maggio 1954), è stato un fotografo ungherese.
I suoi reportage rendono testimonianza di cinque diversi conflitti bellici: la guerra civile spagnola, la seconda guerra sino-giapponese, la seconda guerra mondiale, la guerra arabo-israeliana del 1948 e la prima guerra d’Indocina.
Nel 1936, Capa diviene famoso in tutto il mondo per una foto scattata a Cordoba, dove ritrae un soldato dell’esercito repubblicano colpito a morte da un proiettile sparato dai franchisti. Questa foto è tra le più famose fotografie di guerra mai scattate.
La foto è stata al centro di una lunga diatriba in merito alla sua presunta inautenticità, che sarebbe dimostrata in base al lavoro svolto dallo storico della fotografia Ando Gilardi, che avrebbe analizzato, nei primi anni ‘70, i negativi originali di Capa relativi alla nota foto.

mercoledì 21 ottobre 2009

Buon Compleanno Samuel Taylor Coleridge (21/10/1772)




«L’immaginazione, allora, considero possa essere primaria o secondaria. L’immaginazione primaria ritengo essere l’energia della vita e l’agente primario di tutte le percezioni umane, come una ripetizione nella mente finita dell’eterno atto della creazione nell’infinito “Io sono”. Considero la secondaria come un’eco della precedente, che coesiste con la volontà cosciente, ma ancora identica alla primaria nella tipologia del suo agente, e si differiscono solo nel grado e nella modalità del suo operare. Essa si diffonde, si dissolve, si dissipa, al fine di ricreare; o dove questo processo è reso impossibile, eppure, in ogni caso, lotta per idealizzare e unificare. Si tratta di sostanza essenzialmente vitale, così come tutti gli oggetti (come oggetti) sono essenzialmente fissi e morti.»

Da Biographia Literaria

«Poi d’incanto tutto
si spezza, tutto il fantastico mondo così bello
svanisce, mille cerchi si diramano
e ognuno deforma l’attiguo.»

Da Note di Coleridge pubblicate insieme al poema Kubla Khan nel 1816

martedì 20 ottobre 2009

Buon Compleanno Bela Lugosi (20/10/1882)


http://www.youtube.com/watch?v=dZ2ObnoXLpY

Note:
Bela Lugosi è sempre rimasto indissolubilmente legato, per sua stessa volontà, alla figura di Dracula, che interpretò nell’omonimo film del 1931 per la regia di Tod Browning. In realtà fu protagonista in centinaia di pellicole dell’orrore del primo mezzo secolo di storia cinematografica americana. Durante l’ultima parte della sua carriera, ormai devastato dagli anni e dalla dipendenza dalla morfina, nonché frustrato dal rapporto di amore/ odio con l’altro grande eroe cinematografico di quegli anni, Boris Karloff, partecipò a tre film di Edward D. Wood Jr., un regista americano di Bmovies. Un commosso ricordo all’attore ungherese si trova anche in Ed Wood (1994) di Tim Burton.

Buon Compleanno Arthur Rimbaud (20/10/1854)



III





<< In un solaio in cui fui rinchiuso a dodici anni ho conosciuto il mondo, ho illustrato la commedia umana. In una cantina ho imparato la storia. A qualche festa notturna in una città del Nord, ho incontrato tutte le donne dei pittori antichi. In un vecchio vicolo a Parigi mi hanno insegnato le scienze classiche. In una ma- magnifica dimora circondata dall'Oriente ho compiuto la mia opera immensa e trascorso il mio illustre riti- ro. Ho rimescolato il mio sangue. Il mio dovere mi è condonato. Non bisogna neanche più pensarci. Sono veramente d'oltretomba, e niente commissioni.>>

Da Vite, da Illuminazioni, 1973-5

<<...Io mi volto, bevuti più di trenta bicchieri,

E mi concentro per mollar l'acre bisogno:

Dolce come il Signore del cedro e degli issòpi,

Io piscio verso i cieli bruni, in alto e lontano,

E con l'approvazione degli enormi eliotropi.>>


Da Preghiera della sera, poesie



Nota:



Considerato l’incarnazione del poeta maledetto, si distinse per la straordinaria precocità intellettuale componendo versi sin dall’età di 10 anni; a 16 anni fuggì da tutti gli schemi impostigli e cominciò il suo vagabondaggio: visse tra esperienze di ogni genere, senza escludere alcol, droga, carcere.


Decisiva nonché tormentata fu la particolare relazione con Paul Verlaine, che lo segnerà per tutta la vita.



lunedì 19 ottobre 2009

Buon Compleanno Jean Genet (19/10/1910)



<<Sono così lontano da costoro - dovetti dirmi - da non sperare più di raggiungerli. Ch’io me ne distacchi completamente, dunque. Fra noi i rapporti saranno ancor minori, e l’ultimo verrà rotto se al loro disprezzo per me contrapporrò il mio amore per loro. Infine, quanto più la mia colpevolezza sarà grande ai vostri occhi, intera, pienamente assunta, tanto più grande sarà la mia libertà. Tanto più perfetta la mia solitudine. Con la mia colpevolezza, inoltre, acquistavo il diritto all’intelligenza. >>

Da
Diario di un ladro


<<
LEFRANC Ho fatto quant' ho potuto per amor della disgrazia.


OCCHIVERDI E' un non saper nemmeno dove stia di casa, la disgrazia, il creder come voi che la si possa scegliere deliberatamente. La mia, io non l'ho voluta. E' stata lei a sceglier me. M'è piombata sul boccino, e io ho fatto di tutto per sbarazzarmene. Ho lottato, ho scazzottato, ho ballato, ho perfino cantato, e ridetene pure: la disgrazia ho cominciato col respingerla. Soltanto quando ho visto che era irreparabile, soltanto allora, mi son calmato, ho finito, appena adesso, con l'accettarla. Ma doveva essere ormai completa, per me. >>



Da Sorveglianza speciale



Nota:


L’esistenza di Jean Genet è stata quanto mai travagliata. Abbandonato dopo la nascita (1910) alla custodia della pubblica assistenza, fu affidato ad una famiglia di coltivatori del Morvan, che lo trattò con indifferenza alternata a insofferenza. In giovane età Genet scoprì le sue tendenze omosessuali, un orientamento precoce che nel futuro lo condizionerà profondamente.


domenica 18 ottobre 2009

Buon Compleanno P. A. F. Choderlos De Laclos (18/10/1741)



Studiai i nostri costumi nei romanzi, le nostre idee nei filosofi, cercai perfino nei più severi moralisti quello che esigono da noi, e fui sicura di quello che si può fare, di quello che si deve pensare e di come bisogna apparire. Una volta stabiliti questi tre punti, solo l’ultimo presentava qualche difficoltà nell’esecuzione; ma speravo di farcela e meditai sui modi.


Cominciavo ad annoiarmi dei miei svaghi rustici, troppo poco vari per la mia testa in attività;sentivo un bisogno di civetterie che mi riconciliò con l’amore, non per provarlo, in realtà, ma per ispirarlo e fingerlo. Invano mi avevano detto e avevo letto che non si può fingere questo sentimento; eppure, vedevo che, per riuscirci, bastava unire la fantasia di un autore al talento di un attore. Mi esercitai nei due generi, forse con un qualche successo, ma invece di ricercare i vani applausi del teatro, decisi di sfruttare per la mia felicità ciò che tanti altri sacrificavano alla vanità.



P. A. F. Choderlos De Laclos



Le relazioni pericolose


Edizione Feltrinelli



venerdì 16 ottobre 2009

Buon Compleanno Oscar (16/10/1854)



Guardate: la saggezza non mi riuscì di nessun profitto e la filosofia rimase infeconda e gli adagi e le frasi di coloro che tentarono di consolarmi furono come della polvere e della cenere nella mia bocca, ma il ricordo di quel piccolo gesto d'amore, adorabile e silenzioso, ha riaperto per me tutte le fonti della pietà, ha fatto fiorire il deserto come una rosa, m'ha strappato dalla disperazione solitaria dell'esilio per mettermi in armonia col grande cuore ferito e spezzato del mondo.


Quando gli uomini saranno capaci di comprendere non solo quanto quel gesto fu bello, ma pure quale intimo significato ebbe per me e quale valore avrà per me sempre, allora forse essi capiranno in che modo e in quale stato d'animo mi devono avvicinare.


De Profundis, 1897


Non c’è nulla di innaturale in questo. È intellettuale, ed esiste ripetutamente tra un anziano e un giovane uomo, quando l’uomo più vecchio ha l’intelletto, e il più giovane ha tutta la gioia, la speranza e il fascino della vita che prima aveva lui. Questo è ciò che il mondo non riesce a capire. Il mondo lo schernisce e a volte mettono uno alla gogna per questo.


Tratto da “The Criminal Trials of Oscar Wilde: Transcript Excerpts - The First Criminal Trial (April 26 to May 1, 1895)”

giovedì 15 ottobre 2009

Buon Compleanno Italo (15/10/1923)








Comincerò dicendo che sono nato nel segno della Bilancia: perciò nel mio carattere equilibrio e squilibrio correggono a vicenda i loro eccessi.


Nota Autobiografica, 1980 <>, 10, settembre-ottobre, p. 133


Mi pare che i dati fondamentali ci siano: la fronte corrugata, che è un fatto puramente biologico-ereditario e l’espressione con cui cerco di far capire che il corrugamento della fronte non va preso sul serio. Ossia un ritratto è questo: i lineamenti di una persona più il rapporto che questa persona ha con i lineamenti.


Sul ritratto fotografico, in C. Gajani, Ritratto – identità – maschera, La nuova foglio editrice, Pollenza – Macerata. 1976


Mi domandi perché sono laconico. Per più di una ragione. Primo, per necessità, poiché scrivo in ufficio, sottoposto al febbrile ritmo della produzione industriale che governa e modella fin i nostri pensieri. Poi per elezione stilistica, cercando per quanto posso di tenere fede alla lezione dei miei classici. Poi per indole, in cui si perpetua il retaggio dei miei padri liguri, schiatta quant’altre mai sdegnosa d’effusioni. E ancora, soprattutto, per convincimento morale, poiché lo credo un buon metodo per comunicare e conoscere, migliore d’ogni espansione incontrollata e ingannevole. E pure – aggiungerei – per polemica e apostolato, perché io vorrei che tutti a questo metodo si convertissero: e quanti parlano della propria faccia o dell’”anima mia” si rendessero conto di dire cose vane e sconvenienti. Laconicamente tuo.


Lettera a Domenico Rea del 13 marzo 1954


Siamo anello di una catena che parte a scala subatomica o prega lattica: dare ai nostri gesti, ai nostri pensieri, la continuità del prima di noi e dopo di noi, è una cosa in cui credo. E vorrei che questo si raccogliesse da quell’insieme di frammenti che è la mia opera.


Situazione 1978 (colloquio con D. Del Giudice)


<Se il tempo deve finire, lo si può descrivere, istante per istante, - pensa Palomar, - e ogni istante, a descriverlo, si dilata tanto che non se ne vede più la fine>. Decide che si metterà a descrivere ogni istante della sua vita, e finché non li avrà descritti tutti non penserà più di essere morto. In quel momento muore.


Palomar, 1983