martedì 10 novembre 2009

Buon Compleanno Friedrich Schiller (10/11/1759)



Inno alla Gioia

O amici, non questi suoni!
ma intoniamone altri
più piacevoli, e più gioiosi.
Gioia, bella scintilla divina,
figlia degli Elisei,
noi entriamo ebbri e frementi,
celeste, nel tuo tempio.
La tua magia ricongiunge
ciò che la moda ha rigidamente diviso,
tutti gli uomini diventano fratelli,
dove la tua ala soave freme.
L’uomo a cui la sorte benevola,
concesse di essere amico di un amico,
chi ha ottenuto una donna leggiadra,
unisca il suo giubilo al nostro!
Sì, - chi anche una sola anima
possa dir sua nel mondo!
Chi invece non c’è riuscito,
lasci piangente e furtivo questa compagnia!
Gioia bevono tutti i viventi
dai seni della natura;
tutti i buoni, tutti i malvagi
seguono la sua traccia di rose!
Baci ci ha dato e uva, un amico,
provato fino alla morte!
La voluttà fu concessa al verme,
e il cherubino sta davanti a Dio!
Lieti, come i suoi astri volano
attraverso la volta splendida del cielo,
percorrete, fratelli, la vostra strada,
gioiosi, come un eroe verso la vittoria.
Abbracciatevi, moltitudini!
Questo bacio vada al mondo intero Fratelli,
sopra il cielo stellato
deve abitare un padre affettuoso.
Vi inginocchiate, moltitudini?
Intuisci il tuo creatore, mondo?


«Nella dignità... Lo spirito si comporta da padrone del corpo, perché qui esso deve affermare la sua autonomia contro l'imperioso istinto, che procede ad azioni senza di lui e vorrebbe sottrarsi al suo giogo. Nella grazia invece governa con liberalità, perché qui è lui che mette in azione la natura e non trova alcuna resistenza da vincere... La grazia sta dunque nella libertà dei moti volontari; la dignità nel dominio di quelli involontari. La grazia lascia una parvenza di spontaneità alla natura, là dove questa adempie gli ordini dello spirito; la dignità invece la sottomette allo spirito, là dove essa vorrebbe regnare. Nella dignità... ci è presentato un esempio della subordinazione dell'elemento sensibile a quello morale... Nella grazia, invece la ragione vede la propria esigenza soddisfatta nella sensibilità. [...] Avendo dignità e grazia campi diversi per la loro manifestazione, non si escludono vicendevolmente nella medesima persona; ...anzi soltanto dalla grazia la dignità riceve la sua convalidazione, e soltanto dalla dignità la grazia riceve il suo valore.»

( Della Grazia e Dignità, 1793 )


«L’alto concetto dell’Apparenza Estetica deve diventare generale. Esso non diverrà generale finché l’uomo sarà ancora non educato, al punto da poterne fare abuso; ed esso diverrà generale solo attraverso una cultura che possa evitare ogni abuso.
Per aspirare all’autonomia dell’Apparenza Estetica sono necessari all’uomo più potere di astrazione, più libertà di cuore e più energia della volontà di quando egli si limita alla realtà; ed egli deve avere tutto ciò già dentro di sé, se vuole aspirare a qualcosa. […]
È necessaria una totale rivoluzione del suo intero modo di sentire, senza la quale l’uomo non potrebbe intraprendere nemmeno il cammino verso l’Ideale.»

( Lettere sull’educazione estetica dell’uomo, 1795 )

NOTA
Nella sua opera Schiller si mostra come un poeta il cui compito principale è quello di permettere all’umanità a migliorarsi e a maturare. Il progetto di un profondo cambiamento sociale e politico passa necessariamente attraverso l’educazione alla Bellezza: solo chi mostra sensibilità verso l’ideale estetico sarà capace di agire in nome della Giustizia e della Verità.
A partire da questo concetto fondamentale vedono la luce le sue opere estetico-filosofiche, volte alla formazione di un principe ideale; da questo stesso presupposto derivano anche le frequenti critiche e denunce alla realtà politica contemporanea, riscontrabili nella maggior parte dei drammi,che valsero all’autore non poche censure.
Il sodalizio con Goethe, nato nel 1794 e protrattosi fino alla morte di Schiller nel 1805, è stato uno dei più fecondi della storia della letteratura: esso diede vita a riflessioni estetiche e a produzioni liriche che influenzarono la scena artistica dell’intero Classicismo e Romanticismo.

Nessun commento:

Posta un commento