domenica 13 dicembre 2009

Buon Compleanno Heinrich Heine (13/12/1797)





Sei come un fiore
Sei come un fiore
Così graziosa e bella e pura;
io ti guardo, e la malinconia
si insinua nel mio cuore.

Mi sento come se dovessi
Porti le mani sul capo,
pregando che Dio ti mantenga
così pura e bella e graziosa.

(Libro dei canti, 1816 - 1827)

La fanciulla stava sulla spiaggia
La fanciulla stava sulla spiaggia
E lungamente, tristemente sospirava;
così profondamente la commuoveva
il tramontar del sole.

“Mia fanciulla, siate allegra,
Altro non è che una vecchia storia:
qui davanti il sole scende
per poi ritornare indietro.”

(Nuove poesie, 1837 - 1844)


Enfant perdu
Perduta la posizione nella guerra di liberazione,
sopportavo fedele da trent’anni.
Combattevo senza speranza ciò che vincevo,
giacché sapevo che mai sarei tornato sano a casa.

Vegliavo giorno e notte. Non potevo dormire,
come nella tenda dell’accampamento amico
(Mi teneva sveglio il forte russare di quei valorosi,
pure quand’ero un poco assopito).

In quelle notti la noia spesso
Mi coglieva, e anche la paura (solo gli sciocchi non hanno paura)
Di scacciarla; fischiettavo allora
Le insolenti rime di una satira.

Sì, stavo vigile, il fucile tra le braccia,
e se un qualche presunto pazzo si avvicinava,
allora sparavo bene e gli cacciavo una calda,
bollente pallottola nello stomaco infame.

A volte, certo, poteva accadere
Che un così brutto pazzo sapesse sparare
Altrettanto bene. – Ahimè, non posso negarlo –
Le ferite si aprivano, il mio sangue scorreva.

Una posizione è vacante! – Le ferite si aprono –
Uno cade, altri subentrano.
Così io cado imbattuto, e le mie armi
Non sono spezzate – Solo il mio cuore si spezzò.

(Romanzero, 1851)


“Sento in me tutta la dolce sofferenza di esistere, tutte le gioie e tutti i dolori del mondo sono miei, soffro per la salvezza di tutto il genere umano, ne sconto i peccati, ma me li godo anche.”

“La vita e il mondo sono il sogno di un Dio ebbro, che fugge silenzioso dal banchetto divino e va a dormire su una stella solitaria, ignorando che quando sogna crea... E le immagini di questo sogno si presentano, ora con una variegata stravaganza, ora armoniose e sensate... l'Iliade, Platone, la battaglia di Maratona, la Venere dei Medici, il Muster di Strasburgo, la rivoluzione francese, Hegel, le navi a vapore, sono pensieri che si sono staccati da quel lungo sogno. Ma un giorno il Dio si sveglierà sfregandosi gli occhi addormentati, sorriderà, e il nostro mondo sprofonderà nel nulla senza essere mai esistito...”

Impressioni di viaggio, 1826 – 1831


NOTA
«Si considera spesso Heine come ‘poeta della contraddizione’: nelle sue opere egli si dimostra infatti alquanto versatile. A volte è un romantico, a volte prende le distanze dal Romanticismo, criticando pungentemente certi atteggiamenti esageratamente sdolcinati; a volte è un acceso combattente per la libertà di espressione e di opinione, a volte è un appassionato ammiratore di Napoleone; a volte dimostra una profonda religiosità, a volte attacca con sarcasmo la religione, soprattutto l’atteggiamento ipocrita dei cosiddetti ‘Maulchristen’ (cristiani a parole).
Politicamente è un propugnatore della partecipazione della borghesia al potere, contro l’Assolutismo; ideologicamente era vicino al movimento ‘Junges Deutschland’.
Ma se da un lato Heine dimostra di capire i problemi dei proletari, dall’altro lato esprime una certa diffidenza nei confronti delle agitazioni proletarie.»
Luisa Martinelli Stelzer

«Sin dall’infanzia Heine soffriva di una ipersensibilità nervosa. Due anni dopo l’inizio del suo esili si manifestarono in lui sintomi di paralisi, e da allora il suo corpo mancò sempre più. Per otto anni fu totalmente paralizzato e costretto a letto. Ma con grandissima volontà continuò a scrivere, anche da malato, opere indimenticabili. Egli era, alla fine, cieco da un occhio e aveva nell’altro la palpebra paralizzata, così che doveva tenerla sollevata con la mano per poter scrivere. Eppure le sue ultime parole furono: “Carta…penna!”»
Annemarie Van Rinsum

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