giovedì 3 dicembre 2009

Buon Compleanno Joseph Conrad (3/12/1857)




«…poiché l’intero mio essere, intellettuale e morale, è penetrato dall’invincibile convinzione che tutto quanto accade sotto il dominio dei nostri sensi deve appartenere alla natura, e, per quanto eccezionale, non può, nella propria essenza, essere diverso da ogni altro effetto del mondo visibile e tangibile di cui siamo parte senziente.»

«È privilegio della prima gioventù vivere d’anticipo sul tempo a venire, in un flusso ininterrotto di belle speranze che non conosce soste o attimi di riflessione.
Ci si chiude alle spalle il cancelletto dell’infanzia, e si entra in un giardino di incanti. Persino la penombra qui brilla di promesse. A ogni svolta il sentiero ha le sue seduzioni. E non perché sia questo un paese inesplorato. Lo sappiamo bene che l’umanità tutta è passata di lì. È piuttosto l’incanto dell’universale esperienza, da cui ci aspettiamo emozioni non ordinarie o personali, qualcosa che sia solo nostro.
Si va avanti ritrovando i solchi dai nostri predecessori, eccitati, divertiti, facendo tutt’un fascio di buona e cattiva sorte – zuccherini e batoste, si può dire – il pittoresco lascito assegnato a tutti, che tante cose riserba a chi ne avrà i meriti, o forse a chi avrà fortuna. Già. Si va avanti. E anche il tempo va, fino a quando innanzi a noi si profila una linea d’ombra, ad avvertirci che bisogna dire addio anche al paese della gioventù.»

Da La linea d’ombra


«Nessuno riesce in tutto ciò che intraprende. In questo senso siamo tutti dei falliti. L’importante è non fallire nell’orchestrare e sostenere lo sforzo della vita. Qui è la vanità che ci porta fuori strada. Ci precipita in situazioni delle quali è giocoforza uscire con le ossa rotte; mentre l’orgoglio è la nostra salvaguardia, sia per l’accortezza che impone nella scelta degli intenti, sia in virtù del suo potere di sostegno.»

Da I duellanti


Nota:
Józef Teodor Nałęcz Konrad Korzeniowski è stato uno scrittore polacco naturalizzato britannico.
«Joseph Conrad, questo capitano polacco nato in Ucraina, che naviga fino a quarant’anni per i mari, dalla Malesia al Congo, poi si trasforma in un gentleman campagnolo inglese, e, benché nutrito di letteratura francese, diventa uno dei narratori inglesi più sottilmente artisti e più inesauribilmente generosi, è una delle figure letterarie più affascinanti del principio di questo secolo»

Da un articolo di Italo Calvino, intitolato La linea d’ombra

«Non ricordo come accadde, e come il taccuino e la penna mi vennero per le mani. Mi sembra inconcepibile che io sia andato a cercarli di proposito. Credo mi abbiano salvato da quella trappola pazzesca che è il parlare da soli.»

Da La Linea d’ombra

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