martedì 8 dicembre 2009

Buon Compleanno Paul Henri Thiry d'Holbach (08/12/1723)



«I precettori del genere umano si comportano con molta avvedutezza, insegnando agli uomini i princìpi religiosi prima che essi siano in grado di distinguere il vero dal falso, o la mano sinistra dalla mano destra. Sarebbe difficile ammaestrare un uomo di quarant'anni fornendogli le nozioni incoerenti che ci vengono dette sulla divinità; altrettanto difficile quanto scacciare quelle nozioni dalla testa d'un uomo che ne sia imbevuto dalla più tenera infanzia.»

Il buon senso

«Un buon cortigiano non deve mai aver un'opinione personale, ma solo quella del padrone o del ministro... non deve mai avere ragione e non è in nessun caso autorizzato ad essere più brillante del suo padrone... I filosofi, che spesso sono di cattivo umore, considerano il mestiere del cortigiano come vile, infame, pari a quello di un avvelenatore... Ma come fanno questi ottusi a non rendersi conto del costo di tanti sacrifici? Non pensano al prezzo da pagare per essere un buon cortigiano?... Solo lui è capace di un così nobile sforzo.»

Saggio sull'arte di strisciare ad uso dei cortigiani


Nota
La complessità dell'opera holbacchiana passa anche attraverso la sconfitta atea nel periodo immediatamente successivo alla rivoluzione francese. Da lì il pensatore, che era stato uno dei grandi compilatori dell’Encyclopédie, venne lentamente accantonato. Il suo pensiero era partito dalla distruzione dei pregiudizi religiosi fino alla costruzione di un modello di rinnovamento etico-sociale attraverso La Politica naturale e Il sistema sociale.
«Ritornando a Sandrier, il francese propone due serie di motivi sotto i quali ricondurre il silenzio su d’Holbach: in primo luogo, è stata la stessa laicizzazione degli spiriti, per la quale il barone ha militato, a rivoltarsi logicamente contro i suoi pionieri, travolgendo in uno stesso esotismo gli avversari in lizza per l’ultima grande battaglia contro il privilegio religioso in materia di dibattito politico, sociale e filosofico. Secondo il Sandrier, in pieno Illuminismo, gli apologisti della religione cristiana ed i combattenti dell’irreligione apparvero scambiarsi degli argomenti che sembrarono degni solo di suscitare il sorriso, se non lasciarono addirittura indifferenti; le loro armi, adatte esclusivamente ad una lotta che si credeva sorpassata, avevano esaurito il loro potere di persuasione e nocività, sembrando, inoltre, dei semplici strumenti innocui dei quali poter disporre con leggerezza senza più interessarsi del prestigio del quale avevano goduto.
A questa considerazione si potrebbe aggiungere una semplice osservazione storica: la rivoluzione francese, che il barone non poté vivere morendo nel gennaio del 1789, consacrò la vittoria definitiva del deismo, ricacciando l’ateismo, che era riuscito, per la prima volta nella storia, con il barone appunto, a mostrare non solo la sua esistenza ma ad ingaggiare una vera e propria opera di proselitismo, a rientrare tra gli scaffali dei nobili e dell’alto clero. Con la rivoluzione francese l’ateismo è costretto a ritornare nel suo millenario silenzio.»

Paul-Henri Thiry d’Holbach: il buon senso dell’ateismo, Chiara Petroni

1 commento:

  1. Il grande Barone in Italia, purtroppo ovviamente, non si studia nemmeno nelle nostre "laiche" università...
    Complimenti alla dottoressa Petroni per la sua eccellente tesi (che ho letto) e per aver curato la prima edizione italiana de Le Lettere a Eugénie del grande d'Holbach.

    RispondiElimina