mercoledì 2 dicembre 2009

Buon Compleanno Sergio Bonelli (2/12/1932)




«Secondo me non è importante [l’ironia ndr]: l'avventura ne può fare a meno, può essere esclusivamente avventurosa, a patto che la persona che scrive ne sia convinta e lo sappia fare. Mio padre non aveva dubbi: lui era un ammiratore del coraggio, dell'Eroe, quindi le sue storie erano decisamente avventurose. Io all'Eroe ci credo un po' meno, mi piaceva far vedere che anche in una situazione eroica ci può stare il momento comico. Anche se all'epoca andavo a vedere film d'avventura, mi piacevano anche quelli comici. Era proprio la mia natura, quella di non prendersi troppo sul serio. Il segreto di mio padre era che lui scriveva delle storie di cui avrebbe voluto essere il protagonista, mentre a me piaceva stemperare la situazione mettendoci dentro riferimenti legati al mondo del cinema che amavo: Gianni e Pinotto, Stanlio e Ollio, persino un po' di cartoni animati...
Questo era un problema, perché quando mio padre accettava di darmi una mano, era imbarazzato dalla presenza di questi personaggi, che a lui davano un po' fastidio. Lui era un uomo spiritoso, ma quando scriveva voleva che l'Eroe fosse serio, anche se qualche quadretto comico l'ha scritto. Quando c'erano i miei personaggi comici da muovere, lui faceva in modo - ad esempio - che Cico finisse in prigione, o all'ospedale. Era infastidito dalla presenza di questi personaggi, cui io invece dedicavo 3-4 pagine. In molti casi, rileggendoli, capisco che ho esagerato, ho privilegiato il lato comico. È difficile miscelarli bene.»

Intervista a Sergio Bonelli di Alberto Cassani (www.inkonline.info)

«In ogni caso non sono mai stato troppo sicuro di me come autore. Certamente il successo tributato prima a Zagor e poi successivamente a Mister No mi ha incoraggiato, ma ho sempre sentito lo scrivere come una cosa estremamente faticosa. Il pubblico invece ha sempre apprezzato molto la sincerità con la quale scrivevo le mie storie, nate con l’intento primario di soddisfare per primo me come lettore piuttosto che avere l’ambizione di scrivere qualcosa di straordinario.»

Intervista a Sergio Bonelli di Flavia Weisghizzi (pubblicato sul numero 25, Dicembre-Aprile 2005 della rivista Orizzonti, proprietà intellettuale di Flavia Weisghizzi)



Nota: Sergio Bonelli, figlio di uno dei padri nobili del fumetto italiano, ha saputo, da editore e autore, costruire un colosso editoriale sfornando una serie di personaggi che hanno coinvolto diverse generazioni di lettori. Grande sceneggiatore, infatti ha cominciato la carriera con lo pseudonimo Guido Nolitta per rispetto nei confronti di Bonelli padre, ha saputo infondere nuova vitalità nel mondo fumettistico italico riuscendo a coniugare avventura ed ironia anche attraverso l’invenzione delle celebri spalle comiche degli eroi bonelliani, come il riuscito Groucho Marx ispirato allo stile dell’omonimo artista americano. Zagor e Mister No sono da considerarsi in assoluto dei punti di svolta nella storia del fumetto italiano, data la loro capacità di riuscire a distorcere il modello eroico assoluto e puro che il padre aveva perfettamente adattato a Tex. Oggi è considerato il grande vecchio del fumetto italiano e le sue produzioni, sempre in equilibrio tra esigenze del mercato e qualità editoriale, continuano a giungere puntuali.

Nessun commento:

Posta un commento